CARCERE, NESSUNO TOCCHI CAINO: CON LA VICENDA DI CUTOLO, L’ITALIA DEGRADA DA CULLA A TOMBA DEL DIRITTO

13 Maggio 2020 :

Sergio D’Elia, Segretario di Nessuno tocchi caino-Spes contra spem, sulla vicenda di Raffaele Cutolo, a cui è stato negato il differimento dell'esecuzione pena in detenzione domiciliare, ha dichiarato:
"La storia di Raffaele Cutolo, un uomo di quasi 80 anni – vissuti in un tempo “equamente” diviso fra tre generazioni: la prima in libertà, la seconda nel carcere “normale”, la terza al “carcere duro” – è la cifra del degrado di un Paese passato dalla “culla del diritto” alla “tomba del diritto”. Dopo mezzo secolo di storia, che sia quella di uno Stato o quella di un nemico dello Stato, sarebbe sempre ora di voltare pagina. Negli ultimi 50 anni lo Stato italiano ha vissuto solo di stati di emergenza, in cui a emergere è stato solo il potere, il disordine costituito da regimi, leggi, processi e carceri speciali. E non appare all’orizzonte una soluzione di continuità. Negli ultimi 50 anni, Cutolo, da “giustiziere” che era, rischia di essere “giustiziato”. Di morire nelle mani di uno Stato che ha abolito la pena di morte, ma intende continuare a praticare la morte per pena e la pena fino alla morte. Il nostro dire “Nessuno tocchi Caino” è rivolto a questo Stato, a un Potere che rischia di degradare nella aberrante logica per la quale, nel nome di Abele, diventa esso stesso Caino. Noi siamo i più strenui difensori di uno Stato che abbia i connotati dello Stato di Diritto. Per questo noi diciamo: Nessuno tocchi Caino! Mentre diffidiamo del dolorismo e del vittimismo di professione, di chi professa la parte di Abele, quando vittima non è e ne esercita abusivamente il ruolo.

 

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