10 Gennaio 2021 :
Ti auguriamo un Buon 2021 e che sia un anno ricco di giustizia e libertà, l’anno della speranza contro ogni speranza.Noi vogliamo viverlo intensamente così come abbiamo vissuto il 2020, nonostante i divieti, la paura, l’esercizio autoritario del potere che il governo della pandemia ci ha imposto. Di necessità abbiam fatto virtù: costretti agli “arresti domiciliari”, ci siamo visti, parlati e ascoltati quant’altre volte mai in un anno! Quattro riunioni di Nessuno tocchi Caino in quattro mesi, i mesi più duri della chiusura generale.
Allo stesso tempo, abbiamo rappresentato la realtà di un regime in cui siamo immersi e offerto la visione di una realtà diversa, nuova, possibile. Ci siamo riuniti per mostrare “La vetrina e il retrobottega del negozio dell’antimafia”, svelare la realtà del “41-bis: monumento speciale della lotta alla mafia, fossa comune di sepolti vivi”, immaginare “Non un diritto penale migliore, ma qualcosa di meglio del diritto penale”.
Ci siamo incontrati “da remoto” ma non in solitudine, siamo stati tutti insieme e ognuno diverso. Ogni iscritto è per noi una risorsa inestimabile. Noi sappiamo che non è l’unità a fare la forza, la nostra forza è l’unione delle diversità, di persone uniche e irripetibili, come sono tutti e ciascuno dei nostri iscritti che sempre più si sono mobilitati e sono stati promotori delle iniziative di Nessuno tocchi Caino. La nostra è forza di relazione, “religiosa” nel senso etimologico del termine: che lega, tiene insieme. Al di là del legame nello spazio e nel tempo materiali, fisici. Anche nelle connessioni non locali, “da remoto”, che abbiamo sperimentato, è emersa la “teoria” di fatti, di cose e di persone che oggi costituiscono la nostra realtà associativa, molto più forte, diversa e ricca di un anno fa.
Nel bel mezzo di una emergenza detta sanitaria, grazie a Lorenzo Ceva Valla, Antonio Coniglio e Sabrina Renna, è nato un libro, “Il viaggio della speranza”, un racconto straordinario di un Congresso straordinario come quello di Nessuno tocchi Caino che si è tenuto nel Carcere di Opera nel dicembre del 2019.
In questa emergenza, Rita Bernardini ha dato corpo a 35 giorni di sciopero della fame e di lotta nonviolenta (che ha ripreso il 7 gennaio) per portare un po’ di “ristoro” anche nelle carceri, a tutta la comunità penitenziaria, ai detenuti e ai detenenti altrimenti naufraghi nel mare di dolore che rischia di inghiottirli per sempre, in spregio dei principi costituzionali.
Di fronte all’ennesimo “stato di emergenza” in cui a emergere è sempre lo Stato con il suo armamentario di norme e procedure eccezionali, mezzi e poteri speciali, noi abbiamo cercato invece di far emergere e affermare stati di coscienza e di diritto orientati ai valori umani universali.
Lo abbiamo fatto anche all’Assemblea Generale dell’ONU dove, per l’ottava volta, è stata rinnovata la richiesta di Moratoria Universale delle esecuzioni capitali con un numero crescente di voti: 123 a favore, 38 contrari, 24 astenuti e 8 assenti.
Il “viaggio della speranza” è poi diventato un viaggio vero e proprio. Da settembre a dicembre abbiamo attraversato la Puglia, la Calabria, la Sicilia. È stata una traversata nel deserto, in terre dove lo Stato ha fatto terra bruciata, perché lì impera il male e abitano i malvagi, gli irredimibili, che vanno combattuti senza tregua. La chiamano lotta alla mafia e per la legalità, ma nel modo di fare è qualcosa che assomiglia alla mafia e rispecchia il delitto.
Hanno scelto di combattere la mafia non col diritto ma con la terribilità. Così, hanno creato un deserto. Lo hanno chiamato legalità. La morte della vita del diritto ha profanato la sacra triade dei diritti umani universali: il diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza. Con l’armamentario da santa inquisizione di misure di prevenzione, interdittive prefettizie, scioglimento dei comuni per mafia, hanno fatto strame del Diritto, violato il diritto al lavoro e la libertà di fare impresa, il diritto di elettorato attivo e passivo, il diritto di associazione e partecipazione alla vita democratica. Tutto sciolto nell’acido corrosivo della lotta alla mafia!
Il “viaggio della speranza” continua anche nel 2021, anche in altre regioni del nostro Paese. È un viaggio senza fine, perché il fine, la fine del viaggio è il viaggio stesso, che è un continuo “invenire”, scoprire nella ricerca… cose e persone preziose, vite e storie diverse. Il “viaggio della speranza” è innanzitutto un metodo, una teoria dell’organizzazione, che è teoria di fatti e di persone animati da una visione (i viandanti della speranza sono “visionari”, testimoni e artefici del cambiamento, quindi, autentici costruttori di realtà).
Quel che ci attrae e ci muove ad agire (che ci commuove), è innanzitutto l’idea di infinito, la visione sconfinata, la luce immensa, la fame e la sete che anche – soprattutto – un deserto suscita. Di fronte al disordine e alla violenza del Potere, alla Ragion di Stato e agli stati di emergenza, noi manifestiamo, incarniamo una visione alternativa: l’ordine e la nonviolenza del Diritto, l’armonia e la coerenza dei Diritti Umani Universali, l’emergenza dello Stato di Diritto e di uno stato elevato di coscienza, immenso, infinito come l’universo. Nel deserto che hanno creato nel nome della legalità, i “diritti umani universali” sono la nostra stella polare, la libertà di coscienza è la nostra luce interiore, che ci illumina e illumina la nostra rotta, orienta il nostro cammino!
Per attraversare questo deserto, non occorrono basi materiali, strutture e mezzi pesanti. Non abbiamo compiti da affidare, una divisione del lavoro da decidere. Nella traversata bastano una tenda, un cammello, una freccia, mezzi leggeri, essenzialmente immateriali, di organizzazione, movimento e lotta nonviolenta.
Il viaggio, quindi, continua anche nel 2021, che vogliamo, faremo in modo che sia “l’anno della speranza contro ogni speranza”. Partiremo, come sempre, dal vissuto delle persone. I nostri pensieri, i nostri cuori, le nostre azioni – il corpo della nostra politica – vibreranno, batteranno, vivranno insieme al corpo dei “malati”, dei testimoni e delle vittime del regime, di ogni regime: politico, sociale, mediatico, giudiziario, carcerario.
I nostri compagni di viaggio saranno anche quest’anno gli imprenditori perseguitati da misure interdittive e di prevenzione antimafia, i Sindaci di Comuni sciolti per mafia, i detenuti e i detenenti, gli ex detenuti e le loro famiglie vittime del sistema mortifero del diritto e dell’esecuzione penale, i cittadini cultori dello stato di diritto, gli avvocati difensori dei diritti umani dentro e fuori le aule dei tribunali.
Organizzeremo una grande “Marcia del sale” degli oppressi delle leggi e dei codici antimafia usati contro il Diritto e contro la Costituzione: i proposti, gli intervenienti, i terzi interessati, i dissequestrati, gli indebitati, i prevenuti, gli interdetti, i disciolti per mafia, i condannati alla pena di morte, alla pena fino alla morte, alla morte per pena.
Siamo lieti dell’interesse manifestato dalle “cliniche legali” del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, in particolare di Francesco Morelli, e dell’impegno a fornire supporto legale in relazione a casi concreti di vittime delle misure di prevenzione. Mentre con Ambrogio e Luigi Crespi, con Pietro Cavallotti, realizzeremo un docu-film da portare a Strasburgo a supporto dei ricorsi incardinati davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Come faremo a fare tutto questo? Faremo come abbiamo sempre fatto: vivremo nel modo e nel senso in cui vogliamo vadano le cose. Se anche tu lo farai, non abbiamo dubbi: ce la faremo!
Non mancare a questa nostra “chiamata alle armi”, alle armi della lotta nonviolenta per la Giustizia e la Libertà, per la vita del diritto per il diritto alla vita.
Iscriviti a Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem per l’anno 2021, perché sia “l’anno della speranza contro ogni speranza”!
Un caro saluto!
Sergio D’Elia, Elisabetta Zamparutti, Rita Bernardini