BAHRAIN: IL RE GRAZIA PIÙ DI 1.500 DETENUTI

Re Hamad bin Isa Al Khalifa del Bahrain

22 Maggio 2024 :

Il Bahrain ha rilasciato senza condizioni più di 1.500 prigionieri, compresi detenuti politici, nel più grande provvedimento di grazia reale dalla rivolta della primavera araba del 2011, ha riferito The Guardian il 9 aprile 2024.
L’amnistia è arrivata dopo anni di campagne condotte all’interno del Paese e da parte di gruppi internazionali per i diritti umani, ed è stata una completa sorpresa per gli attivisti.
Amnesty Bahrain ha dichiarato: “Questo è un passo positivo. Molti dei [prigionieri] non avrebbero dovuto essere imprigionati fin dall’inizio”.
I rilasci sono stati ordinati dal Re Hamad bin Isa Al Khalifa, in coincidenza con l'Eid e con i 25 anni dalla assunzione del potere da parte del Re.
L'ambasciata americana in Bahrein ha accolto con favore la decisione e ha espresso la speranza che tutti coloro che verranno rilasciati possano riunirsi alle loro famiglie.
Molti dei detenuti erano reclusi nel carcere di Jau, dove secondo gli attivisti restano più di 600 prigionieri politici, tra cui alcuni bisognosi di assistenza medica urgente.
Questi cambiamenti rappresentano un’opportunità per il Bahrain di migliorare la propria immagine globale, aumentare gli investimenti esteri e incoraggiare il turismo. Il provvedimento di grazia ha fatto seguito a una visita in Arabia Saudita del principe ereditario del Bahrein, una visita che potrebbe aver portato all’approvazione saudita della misura.
Sui social media sono state pubblicate scene gioiose di famiglie riunite nelle loro case, comprese alcune che non si ritrovavano nelle loro abitazioni da dieci anni.
Tuttavia Sayed Ahmed Alwadaei, uno dei responsabili del Bahrain Institute for Rights and Democracy con sede in Gran Bretagna, ha dichiarato: “E’ stato uno shock totale. Non c’è stata alcuna indicazione preventiva, e si tratta del rilascio più importante dal 2011. Il rilascio è agrodolce perché ci sono ancora 600 prigionieri politici dietro le sbarre e nel braccio della morte”.
Con due dei suoi cognati tra i prigionieri liberati, Alwadaei ha detto: "I rilasci coincidono con un grande disagio all'interno del Bahrein relativo al sostegno dello Stato a Israele, e fanno seguito a disordini avvenuti nella prigione di Jau, dove quasi un migliaio di prigionieri politici si erano rifiutati di tornare nelle loro celle a causa dei maltrattamenti”.

 

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