27 Aprile 2020 :
Il Privy Council ha annullato il 27 aprile 2020 il verdetto di colpevolezza di un uomo delle Bahamas che si è difeso da solo in un processo per omicidio in cui l'accusa ha chiesto la condanna a morte per l’imputato.
Nel maggio 2013, Simeon Bain, che ha un'istruzione limitata e scarsa capacità di lettura, è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio di Rashad Morris e di altri reati correlati, dopo che il suo avvocato si è ritirato all'inizio del processo lasciandolo da solo.
Pur rilevando che non esiste un diritto assoluto alla rappresentanza, il Privy Council ha osservato che è altamente auspicabile che un imputato in un processo per omicidio in cui rischia la condanna a morte sia costantemente rappresentato.
Il Privy Council ha descritto il caso di Bain come una "grave cattiva gestione" da parte del giudice del processo e che "se fosse stato rappresentato, le prove sarebbero potute essere materialmente diverse". In definitiva, questo ha privato Bain di un processo equo.
Saul Lehrfreund, condirettore esecutivo del Death Penalty Project, ha dichiarato:
“Questa decisione ribadisce il principio secondo cui gli standard minimi di processo equo devono essere rispettati in casi capitali senza eccezioni. Questa importante decisione del Privy Council stabilisce i principi rilevanti che il giudice del processo deve applicare per garantire che alle persone che rischiano la condanna a morte siano offerte tutte le opportunità per accedere alla rappresentanza legale. Il signor Bain aveva affrontato una possibile condanna a morte senza l'assistenza di un avvocato e questo è stato giustamente ritenuto un errore giudiziario dal Privy Council."
Il caso verrà ora rinviato alla Corte d'Appello delle Bahamas per decidere se un nuovo processo debba essere disposto.