13 Novembre 2018 :
La Corte Suprema di Stato l’8 novembre 2018 ha annullato 5-2 la condanna a morte di Kenneth Reams con la formula della “inadeguata assistenza legale”.
Reams, ora 43 anni, nero, era stato condannato a morte il 16 dicembre 1993 nella Contea di Jefferson con l’accusa di aver partecipato alla rapina culminata con l’uccisione, il 5 maggio 1993, di Gary Turner, bianco.
All’epoca Reams aveva 19 anni, e assieme a un complice, Alford Goodwin, anche lui 19 anni, si era appostato nei pressi di un bancomat. Tentarono di rapinare Turner, ma di fronte ad un tentativo di resistenza della vittima, Goodwin, che impugnava una pistola calibro 7,65, lo uccise.
Ai due, presi poco dopo, venne offerto un accordo: se si fossero dichiarati colpevoli non sarebbero stati condannati a morte. Goodwin sottoscrisse l’accordo con la pubblica accusa e ottenne una condanna all’ergastolo senza condizionale.
Reams, che pure aveva confessato di aver fatto da “palo”, non si riteneva colpevole di omicidio, e rifiutò l’accordo.
Venne condannato a morte ai sensi della cosiddetta “law of parties”, che consente di ritenere responsabili dei reati anche i complici che apparentemente hanno un ruolo minore.
La giuria popolare che condannò Reams era composta da 11 bianchi e un solo nero.
Negli anni successivi, un team legale del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People), una importantissima associazione per i diritti civili e sociali delle persone di colore, ha preso in mano il caso. Il nuovo team legale ha sollevato diverse questioni, compresa quella del ritardo mentale dell’imputato, al quale in due occasioni (ma non da parte di periti nominati dal giudice) sarebbero stato diagnosticato un punteggio di quoziente intellettivo di 66 punti. In genere sotto i 70 punti viene riconosciuto il ritardo mentale (che inibisce la condanna a morte), ma la legge dell’Arkansas è più restrittiva che in tutti gli altri stati, e fissa un limite di 65 punti.
Ma nella sentenza di oggi la Corte Suprema, che ha confermato una sentenza della corte d’appello, ha riconosciuto che l’allora difensore di ufficio di Reams ha pregiudicato gravemente l’esito del processo quando non ha approfondito la testimonianza di Goodwin. Goodwin infatti, processato prima e separatamente da Reams, aveva ammesso di aver materialmente sparato alla vittima. Chiamato a testimoniare nel processo di Reams, era rimasto sul generico, ed aveva solo ammesso di aver partecipato alla rapina assieme a Reams. Né la pubblica accusa, né il difensore d’ufficio contestarono a Goodwin il reale svolgimento dei fatti. Il processo viene rimandato alla corte di primo grado per una nuova determinazione della pena. Partendo comunque da un verdetto di colpevolezza per omicidio di 1° grado, si tratterà probabilmente di un ergastolo senza condizionale. I nuovi difensori stanno comunque perseguendo, in separata sede, anche l’annullamento del verdetto di colpevolezza.