07 Settembre 2020 :
Un tribunale penale specializzato di Riyadh il 6 settembre 2020 ha condannato a morte tre membri di una cellula terroristica nota come "Al-Harazat", per il loro coinvolgimento in diversi attacchi in tutta l'Arabia Saudita.
Sono stati giudicati colpevoli di diversi crimini, compreso il tentativo di uccidere fedeli presso la Moschea del Profeta a Medina, mediante un attacco suicida, quattro anni fa.
Secondo il verdetto i membri della cellula terroristica hanno sostenuto il Daesh (lo Stato Islamico) e progettato di assassinare membri delle forze di sicurezza del Regno e di far saltare in aria il quartier generale della sicurezza a Gedda.
Il tribunale ha emesso la pena di morte nei confronti dei primi tre imputati. Altri imputati sono stati condannati a varie pene detentive, inclusi 25 anni di reclusione ciascuno per il quarto e il sesto imputato.
Anche altri quattro imputati hanno ricevuto pene detentive. Tutti gli imputati sono sauditi tranne un cittadino di un altro paese arabo, che è stato condannato a 16 anni di reclusione.
Gli imputati avrebbero trasformato il loro nascondiglio, all’interno di una casa nel distretto di Al-Harazat, in una fabbrica di esplosivi. Il loro capo era un ex detenuto che è stato imprigionato per due anni prima di essere rilasciato nell'anno Hijri del 1427.
Era stato imprigionato in precedenza per aver partecipato a una campagna sui social media per reclutare adolescenti da parte di cellule terroristiche.
L'operazione di sicurezza Harazat nel 2017 ha provocato la morte di due terroristi che si sono fatti esplodere, mentre un certo numero di persone coinvolte, di diverse nazionalità, sono state arrestate.
I risultati delle indagini e degli esami tecnici hanno rivelato che i membri della cellula avevano ucciso uno dei componenti poiché dubitavano di lui, pensando che intendesse arrendersi alle autorità di sicurezza, ottenendo l'approvazione per la sua uccisione dalla leadership dell'organizzazione all'estero.
È stato scoperto nelle indagini che i membri della cellula erano collegati all'atto terroristico contro i fedeli della Moschea del Profeta nel 2016, avendo realizzato la cintura esplosiva usata nel crimine, consegnandola poi al kamikaze, Nayer Muslim Hammad Al -Najdi.
Al-Najdi, dopo aver ricevuto la cintura esplosiva, si fece saltare in aria in un parcheggio vicino alla moschea provocando la morte di quattro uomini della sicurezza e il ferimento di altri cinque.