24 Ottobre 2024 :
L'Arabia Saudita ha giustiziato sette persone il 23 ottobre 2024, di cui cinque per traffico di droga, ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale Saudi Press Agency (SPA).
Queste sette esecuzioni portano il numero totale di persone giustiziate quest'anno nel Regno a 236, in base a un conteggio dell’AFP basato su comunicati ufficiali.
Yahya Lutfullah, Ali Azib, Ahmed Ali e Salem Nahari sono stati giustiziati nella provincia meridionale di Asir per "contrabbando di hashish" nel Paese, ha affermato il ministero degli interni in un comunicato pubblicato da SPA.
Il ministero ha identificato tutti e quattro come cittadini yemeniti.
Sempre il 23 ottobre, la stessa fonte ha segnalato l'esecuzione di un cittadino pakistano per traffico di droga, portando il numero di persone giustiziate quest’anno nel Regno per questo tipo di reato a 71.
L'Arabia Saudita è emersa come un importante mercato per il captagon, un’anfetamina che crea forte dipendenza e che viene trafficata dalla Siria e dal Libano.
Le autorità saudite hanno lanciato una campagna antidroga di alto profilo l'anno scorso, che ha portato a numerose operazioni e arresti.
Le esecuzioni per traffico di droga sono aumentate da quando due anni fa è stata revocata la moratoria sulla pena di morte per questi reati.
Sempre il 23 ottobre, due cittadini sauditi sono stati giustiziati per omicidio, ha annunciato il Ministero.
Nel 2023, l'Arabia Saudita si è piazzata al terzo posto a livello mondiale per numero di esecuzioni, dopo Cina e Iran, secondo Amnesty International, che ha iniziato a registrare dati annuali nel 1990.
L'uso della pena capitale da parte di Riyadh è stato fortemente criticato, con organizzazioni per i diritti umani che lo ritengono eccessivo e incoerente con gli sforzi del Regno di presentare un'immagine più moderna a livello internazionale.
Le autorità saudite difendono l’uso della pena di morte come necessario per "mantenere l'ordine pubblico", sottolineando che le condanne vengono eseguite soltanto quando "gli imputati hanno esaurito tutti i livelli di ricorso".