ARABIA SAUDITA: KENIOTA OTTIENE PROROGA DELL’ESECUZIONE

Stephen Munyakho

27 Ottobre 2024 :

Il governo del Kenya è riuscito a ottenere dalle autorità dell’Arabia Saudita una proroga di un anno per l’esecuzione di un suo cittadino, ha dichiarato il 24 ottobre 2024 il Ministero degli Esteri di Nairobi.
Stephen Munyakho, conosciuto come Abdulkareem, avrebbe dovuto essere giustiziato il 26 novembre 2024, essendo stato riconosciuto nel Regno colpevole di omicidio.
L’uomo, che ha trascorso 13 anni in diverse prigioni saudite, si trova attualmente rinchiuso nella prigione di Shimeisi, nel governatorato della Mecca.
Il Segretario Principale degli Affari Esteri keniano, Korir Sing'oei, ha affermato il 24 ottobre che le trattative tra la missione keniana a Riyadh, le autorità saudite e la donna il cui figlio è stato ucciso hanno portato alla proroga della data di esecuzione. Secondo il funzionario, la proroga faciliterà la risoluzione degli obblighi in sospeso. "Sono lieto di informare che, dopo impegnative trattative tra la nostra missione a Riyadh, le autorità saudite e la vedova (il cui figlio è stato ucciso, ndr), l'imminente esecuzione della sentenza di Stephen Munyakho (Abdulkareem) prevista per il 26 novembre 2024 è stata posticipata di un altro anno per consentire alle parti di assolvere agli obblighi in sospeso", ha scritto il Segretario Principale.
Korir Sing'oei ha inoltre espresso la speranza di concludere presto la questione, confidando nelle cordiali relazioni tra Kenya e Arabia Saudita.
"Continueremo a fare affidamento sulle cordiali relazioni dei nostri due Paesi per concludere la questione".
Sing'oei ha anche ringraziato i keniani, i partner e le parti interessate per la buona volontà che ha consentito la proroga, mentre il Kenya cerca di evitare l’esecuzione al proprio cittadino.
Munyakho, 50 anni, si trovava in Arabia Saudita per lavoro, quando il 9 aprile 2011 ebbe una lite con un collega identificato come Abdul Halim Mujahid Makrad Saleh (un cittadino yemenita). Il collega riportò delle ferite che in seguito provocarono la sua morte.
Munyakho è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo, tuttavia in seguito è stato condannato a morte dopo che la famiglia della vittima ha presentato appello presso i tribunali sauditi. È stato condannato a morte per decapitazione.
Da allora, ci sono stati tentativi dietro le quinte da parte della sua famiglia e del governo keniota per salvarlo dalla condanna capitale.
Munyakho ha la possibilità di sfuggire all'esecuzione pagando 10 milioni di Riyal sauditi in termini di "diya" o “prezzo del sangue”.
"C'era anche l'opzione della "diya" o "prezzo del sangue" - risarcimento economico secondo la legge islamica - che viene pagato alla vittima o agli eredi di una vittima nei casi di omicidio, lesioni personali o distruzione di proprietà", ha dichiarato Dorothy Kweyu, la madre di Munyakho, al Daily Nation in un articolo del 9 marzo 2024.
La famiglia non però è riuscita a raccogliere i soldi entro la scadenza che era stata fissata, il 15 maggio 2024.
Mentre il condannato ha un altro anno per battersi, ci sono altre opzioni sul tavolo che può tentare, comprese la riduzione della sua condanna, il trasferimento del caso in Kenya o la negoziazione di un accordo extragiudiziale tra le due famiglie, che probabilmente comporterebbe un risarcimento finanziario.

 

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