ARABIA SAUDITA: CONDANNATO A MORTE IL MANIFESTANTE SAUDITA MOHAMMAD LABBAD

Mohammad Labbad

24 Marzo 2025 :

La Corte d'Appello Penale Specializzata (SCCA) il 25 febbraio 2025 ha condannato a morte il manifestante saudita Mohammad Labbad.
Mohammad Labbad è un residente di al-Awamiyah, nella Provincia Orientale dell'Arabia Saudita, e fratello di Jalal Labbad.
Nel 2011 e nel 2012, Mohammad Labbad avrebbe partecipato a manifestazioni e funerali nel distretto di al-Qatif in Arabia Saudita per protestare contro il trattamento dei cittadini sciiti da parte delle autorità.
Avrebbe ricevuto una telefonata dal centro Mabahith (Direzione generale delle indagini o GID) di Anak, che lo convocava per l'interrogatorio. Prima di quella chiamata, Mohammad Labbad non era mai stato informato di essere accusato di alcun crimine.
Ha quindi deciso di ottemperare all'ordine di "arrendersi", sebbene fosse certo di non aver commesso alcun crimine.
Nel centro di detenzione, inizialmente è stato tratto in inganno dai funzionari che lo hanno informato che sarebbe stato trattenuto solo per poche settimane come parte di una procedura di "perdono".
Gli è stato anche consigliato di collaborare con le autorità e firmare qualsiasi documento gli fosse stato mostrato.
Da quella data, è stato messo in detenzione nel centro Mabahith di Anak e non gli è stato permesso di parlare con la sua famiglia. Gli è stata concessa una prima telefonata il 2 ottobre 2017 dopo molte insistenze. In seguito è stato trasferito nella prigione di Dammam, anch'essa supervisionata dal Mabahith, ed è stato messo in isolamento per cinque mesi e mezzo. Durante questo periodo è stato sottoposto a torture fisiche e psicologiche.
Il 16 settembre 2019 è stato portato dinanzi alla Corte penale specializzata (SCC) e gli è stata presentata la lista delle accuse a suo carico. Le accuse riguardavano atti legati alla sua libertà di espressione e facevano riferimento alla legislazione antiterrorismo. La SCC ha emesso il suo primo verdetto il 2 ottobre 2022 e ha condannato Mohammad Labbad alla pena di morte ai sensi del ta'zir (punizione a discrezione del giudice).
Questo verdetto è stato confermato dalla Corte d’appello penale speciale (SCCA) il 9 marzo 2023.
Nell'agosto 2023, la Corte Suprema ha rinviato il caso alla SCCA senza alcuna spiegazione.
Il 30 marzo 2024, la SCCA ha confermato la sentenza per la seconda volta.
Pochi mesi dopo, la famiglia è stata informata che Mohammad Labbad sarebbe stato nuovamente processato e che la sua condanna a morte era stata sospesa in attesa del nuovo verdetto.
Il 5 dicembre 2024 si è tenuta una lunga udienza, che ha visto una massiccia presenza di militari. Il pubblico ministero ha presentato un nuovo elenco di accuse, che tuttavia si è rivelato essere lo stesso del processo precedente.
Dopo diverse udienze, il 25 febbraio 2025 la SCCA ha raggiunto un verdetto e ancora una volta ha condannato Mohammad Labbad alla pena di morte, ai sensi del ta'zir.
Mohammad Labbad non ha disposto di un avvocato fino alla sua prima udienza davanti alla Corte penale specializzata.
Attualmente è detenuto nella prigione di Dammam.

 

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