ARABIA SAUDITA - ANNULLATA UNA CONDANNA A MORTE

11 Giugno 2018 :

08/06/2018 - ARABIA SAUDITA - Una donna indonesiana, Nurkoyah binti Marsan Dasan, ha vinto una battaglia durata 8 anni per sfuggire alla pena di morte dopo essere stata accusata di aver ucciso un bambino di 3 mesi in Arabia Saudita. Secondo una dichiarazione dell'Ambasciatore indonesiano in Arabia Saudita, il paese ha annullato la pena di morte per Nurkoyah, una notizia che arriva subito dopo quella dell’annullamento della pena di morte per altri 2 indonesiani il 7 maggio 2018. Nurkoyah è stata accusata di aver ucciso un bambino di 3 mesi, Masyari bin Ahmad al-Busyail, mettendo deliberatamente nel suo latte droghe e veleno per topi. Dopo aver attraversato un lungo e difficile processo dalla data del suo arresto, il 9 maggio 2010, la donna ha finalmente avuto la certezza del rigetto da parte del giudice della richiesta di pena di morte il 31 maggio 2018. Il verdetto è giuridicamente vincolante e ha segnato la fine del processo. Durante l'udienza, il giudice ha respinto la "had ghilah" (pena di morte) e ha deciso al suo posto la "ta'zir" (una specie di punizione disciplinare) con una condanna a 6 anni di carcere e 500 colpi di frusta. La decisione è basata sulla confessione fatta da Nurkoyah all’inizio dell'indagine, anche se in seguito l’ha ritirata dicendo che era stata fatta sotto pressione. Il padre del bambino, Khalid Al-Busyail, ha quindi intentato una causa per “qisas” (vendetta) contro Nurkoyah. Il giudice del tribunale distrettuale di Dammam ha respinto la condanna a morte perché lei ha negato le accuse e il padre non è stato in grado di presentare altre prove a sostegno della richiesta. Dopo che la richiesta di “qisas” contro di lei è stata respinta, Nurkoyah sperava di essere rilasciata. L'ambasciata ha immediatamente provveduto a rimpatriare Nurkoyah, ma il padre, Khalid Al-Busyail, ha nuovamente chiesto il diyat (il prezzo del sangue) per la negligenza che ha portato alla morte del figlio. Il 3 aprile 2018, il Giudice ha respinto la richiesta di diyat sul principio del "non bis in idem", che vieta di accusare più volte l'imputato per lo stesso atto. Il giudice ha offerto al padre l'opportunità di presentare entro 30 giorni una rimostranza alla decisione, ma lui non lo ha fatto nei termini dati. Così, il 31 maggio, la Corte ha stabilito che la sentenza nel caso di Nurkoyah era stata eseguita. Il 2 giugno, l'ambasciata indonesiana ha ricevuto formalmente una copia della decisione del tribunale generale di Dammam. L'ambasciata ha quindi avviato il processo di rimpatrio in Indonesia, è in contatto con gli avvocati e continua a monitorare le condizioni di Nurkoyah che si trova nella prigione di Dammam. La donna tornerà in Indonesia subito dopo il rilascio del permesso di uscita e altri documenti dalle autorità dell'Arabia Saudita. (M. Moro per NtC) - (Fonti: Antara News, 08/06/2018)

 

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