25 Ottobre 2018 :
Un cittadino statunitense di origini palestinesi è stato arrestato con l’accusa di aver venduto un immobile di palestinese ad una associazione ebraica, ha riportato il 18 ottobre 2018 il Jerusalem Post. Il giornale ha deciso di non pubblicare il nome dell’arrestato, che potrebbe rischiare una condanna a morte. L’arrestato, in considerazione della gravità dell’accusa, ha chiesto assistenza al Dipartimento di Stato usa (Ministero degli Esteri). L’immobile viene definito “appartenente ad una vedova palestinese, nel Quartiere Arabo nella Città Vecchia di Gerusalemme”. La scorsa settimana le autorità religiose islamiche di Gerusalemme Est hanno rinnovato una fatwa che vieta ai palestinesi di vendere proprietà agli israeliani. La pena di morte non è esplicita, ma è stata più volte sollecitata in casi simili, l’ultimo dei quali sembra sia avvenuto “recentemente” (secondo il Jerusalem Post). All’inizio del mese delle famiglie ebree si sono trasferite nella ex casa della famiglia Joudeh, nei pressi del Monte del Tempio (nome ebraico della zona che i palestinesi invece chiamano Spianata delle Moschee). In quel caso l’associazione che aveva acquistato l’immobile era stata identificata come “Ateret Cohanim”, e l’intermediario inizialmente era stato identificato come Fadi Elsalameen, palestinese residente negli Stati Uniti. Una seconda intermediazione per lo stesso immobile è stata attribuita a Khaled al-Atari, un uomo d’affari di Gerusalemme Est a cui vengono attribuiti “stretti legami” con il GIF (General Intelligence Force), i servizi segreti dell’Autorità Palestinese diretti dal generale Majed Faraj. Non è chiaro se si tratti di due episodi diversi, o l’episodio denunciato oggi sia uno sviluppo di quello precedente. In entrambe i casi l’intermediazione sembra sia stata remunerata con 25.000 dollari Usa. Interpellato dalla stampa, un membro di rilievo dei Servizi Segreti palestinesi a Ramallah non ha voluto commentare la notizia. Funzionari Usa hanno invece confermato di essere al corrente dell’arresto, ed hanno espresso preoccupazione. Oltre alla fatwa, la legge giordana in vigore de facto nei territori palestinesi, affittare o vendere terra agli ebrei è considerate “tradimento” nei confronti dell’Autorità Palestinese, ed è punibile con la condanna a morte o i lavori forzati. In un articolo del 2014 il Jerusalem Post aveva riportato le dichiarazioni di Bassem Eid, un attivista palestinese per i diritti civili, secondo il quale in diversi casi abitanti di Gerusalemme rapiti e torturati a morte a Ramallah da agenti della PSA (Preventive Security Agency) dell’Autorità Palestinese.