31 Maggio 2019 :
Christopher Lee Price, 46 anni, bianco, è stato giustiziato il 30 maggio 2019.
Era stato condannato a morte nel 1993, con un voto 10-2 della giuria popolare, con l’accusa di aver ucciso, a scopo di rapina, il 21 dicembre 1991, Bill Lynn, 57 anni.
Nei mesi scorsi Price aveva cercato di fermare l’esecuzione contestando il protocollo di iniezione letale, e anche chiedendo di essere giustiziato con un metodo mai usato prima. Inizialmente l’esecuzione di Price era fissata per giovedì 11 aprile alle 6 del pomeriggio. Come avviene per praticamente tutte le esecuzioni, i suoi avvocati avevano presentato i cosiddetti “ricorsi dell’ultimo minuto”. Uno di questi verteva sulla nuova legge dell’Alabama che consente le esecuzioni tramite “ipossia”, ossia la camera a gas ad azoto.
Quando la nuova legge era stata ratificata, i detenuti del braccio della morte dovevano indicare la loro preferenza, se essere giustiziati con iniezione letale o con ipossia, entro il 30 giugno. Alcuni detenuti (48) avevano indicato la loro preferenza per l’ipossia, confidando probabilmente nel fatto che un tale metodo di esecuzione, completamente nuovo e mai usato prima in nessuna parte del mondo, se non in ambito veterinario, non sarebbe stato concretamente implementabile prima dell’esaurimento di una lunga serie di ricorsi di costituzionalità.
Price non aveva espresso questa preferenza. Lo ha fatto nel febbraio 2019, sostenendo che i rischi di una esecuzione difettosa con il protocollo di iniezione letale dell’Alabama (che utilizza un farmaco controverso, il Diazepam) fossero troppo alti, e preferiva optare per l’ipossia.
Poche ore prima dell’esecuzione la giudice federale Kristi K. DuBose aveva rinviato l‘esecuzione di 60 giorni, e poco dopo la Corte d’Appello dell’11° aveva confermato il rinvio. Poco dopo le 9 di sera, 3 ore prima che scadesse il mandato di esecuzione, la Pubblica Accusa aveva fatto ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Uno dei giudici “progressisti”, Breyer, ha chiesto ai colleghi di affrontare compiutamente la questione, ma i colleghi “conservatori” hanno voluto mettere subito al voto la decisione, ritenendo superflui gli approfondimenti ipotizzati. La maggioranza della Corte ha infatti deciso, senza aggiungere argomentazioni, che il detenuto aveva presentato la sua richiesta di esecuzione “alternativa” fuori tempo massimo, e che quindi questa non doveva essere accolta. Il rigetto della Corte Suprema è stato notificato ai difensori con una e-mail datata venerdì 12 aprile ore 02,51, quando ormai il mandato di esecuzione era scaduto. L’esecuzione è stata rimessa in calendario per oggi (30 maggio), ed è stata portata a termine. Price ha lasciato una dichiarazione scritta: “Sono terribilmente dispiaciuto per il crimine che ho compiuto contro la vittima e la sua famiglia. Né lui né la sua famiglia meritavano quello che ho fatto. Nessuno se lo merita”.
Price diventa il 3° giustiziato di quest’anno in Alabama, il 66° da quando l’Alabama ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 9° di quest’anno negli Usa, e il n° 1499 da quando gli Usa hanno ripeso le esecuzioni nel 1977.