RISOLUZIONE ONU 2020

11 Gennaio 2021 :

RISOLUZIONE SULLA MORATORIA DELLE ESECUZIONI APPROVATA DALL’ASSEMBLEA GENERALE ONU NEL 2020

 

Settantacinquesima sessione

Risoluzione 75/183 Adottata a New York il 16 dicembre 2020, con 123 voti a favore, 38 contrari e 24 astensioni (8 assenti)

 

75/183. Moratoria sull’uso della pena di morte

 

L’Assemblea Generale,

In conformità con gli scopi e i principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite;

Richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e la Convenzione sui Diritti del Fanciullo;

Richiamandosi al Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che ha come obiettivo l’abolizione della pena di morte, e a questo proposito salutando positivamente il numero crescente di accessioni e ratifiche al Secondo Protocollo Opzionale;

Riaffermando le sue risoluzioni 62/149 del 18 dicembre 2007, 63/168 del 18 dicembre 2008 e 65/206 del 21 dicembre 2010 e 67/176 del 20 dicembre 2012, 69/186 del 18 dicembre 2014, 71/187 del dicembre 2016, e 73/175 del 17 dicembre 2018 sulla questione di una moratoria sull’uso della pena di morte, con cui l’Assemblea Generale ha invitato gli Stati che ancora mantengono la pena di morte a stabilire una moratoria delle esecuzioni nella prospettiva di abolirla;

Accogliendo con favore le decisioni e le risoluzioni del Consiglio Diritti Umani, la più recente delle quali è la risoluzione 42/24 del 27 settembre 2019;

Considerando che ogni errore o fallimento giudiziario nell’applicazione della pena di morte è irreversibile e irreparabile;

Convinta che una moratoria sull’uso della pena di morte contribuisce al rispetto della dignità umana e al rafforzamento e al progressivo sviluppo dei diritti umani, e considerato che non esiste alcuna prova decisiva che dimostri il valore deterrente della pena di morte;

Preso atto dei dibattiti locali e nazionali in corso e delle iniziative regionali sulla pena di morte, così come della propensione di un numero crescente di Stati Membri a rendere disponibili al pubblico le informazioni sull’uso della pena di morte e che inoltre, a questo proposito, il Consiglio Diritti Umani, con la sua risoluzione 26/2 del 26 giugno 2014, ha stabilito di convocare tavoli di discussione biennali di alto livello per uno scambio di vedute sulla questione della pena di morte;

Riconoscendo il ruolo delle istituzioni nazionali che si occupano di diritti umani nel dibattito in corso a livello locale e nazionale e nelle iniziative regionali sulla pena di morte;

Accogliendo con favore il notevole movimento verso l'abolizione della pena di morte a livello mondiale e il fatto che molti Stati membri stanno applicando una moratoria, alcune delle quali sono moratorie a lunga scadenza, siano esse de facto o de jure, sull’uso della pena di morte;

Notando la riduzione delle esecuzioni di cui si ha notizia, così come l’aumento di condanne a morte commutate;

Sottolineando la necessità di garantire che le persone a rischio di pena di morte siano trattate con umanità e nel rispetto della loro dignità e dei loro diritti ai sensi delle norme internazionali sui diritti umani;

Notando con profonda preoccupazione che, come dimostrano le recenti relazioni del Segretario generale, spesso persone povere ed economicamente vulnerabili, cittadini stranieri, persone che esercitano i loro diritti umani e persone appartenenti a minoranze religiose o etniche, o donne, costituiscono una percentuale spropositata delle persone condannate alla pena di morte;

Notando la cooperazione tecnica tra gli Stati membri, così come il ruolo di importanti organismi delle Nazioni Unite e dei meccanismi sui diritti umani, nel sostenere gli sforzi degli Stati volti a proclamare una moratoria sulla pena di morte;

Tenuto conto del lavoro dei titolari di mandati speciali che hanno riguardato le questioni relative ai diritti umani connesse alla pena di morte nel quadro dei rispettivi mandati,

  1. Riafferma il diritto sovrano di ogni Stato a sviluppare un proprio sistema legale, compreso la determinazione di pene che si considerano adeguate, nel rispetto degli obblighi internazionali;
  2. Esprime la sua profonda preoccupazione per la continua applicazione della pena di morte;
  3. Accoglie con favore il rapporto del Segretario Generale sull’attuazione della risoluzione 73/175 e delle raccomandazioni in essa contenute;
  4. Accoglie con favore i passi intrapresi da alcuni Stati Membri per ridurre il numero dei reati per i quali la pena di morte può essere comminata, così come i passi per limitarne l’applicazione;
  5. Accoglie inoltre con favore le iniziative e le leadership politiche che incoraggiano la discussione a livello nazionale, e i dibattiti sulla possibilità di abbandonare la pena capitale attraverso il processo decisionale interno;
  6. Accoglie con favore le decisioni prese da un crescente numero di Stati, a tutti i livelli di governo, di applicare una moratoria delle esecuzioni, cui ha fatto seguito, in molti casi, l’abolizione della pena di morte;
  7. Invita tutti gli Stati:

(a) a rispettare gli standard internazionali che prevedono salvaguardie che assicurano la protezione dei diritti di coloro che rischiano la pena di morte, in particolare gli standard minimi, come stabiliti nell’allegato alla risoluzione 1984/50 del 25 maggio 1984 del Consiglio Economico e Sociale, così come a fornire al Segretario Generale le informazioni a questo riguardo;

(b) ad adempiere agli obblighi che derivano dall’articolo 36 della Convenzione di Vienna del 1963 sulle Relazioni consolari, in particolare relativamente al diritto di ricevere informazioni in merito all’assistenza consolare nell’ambito della procedura legale,

(c) a rendere disponibili le informazioni rilevanti, disaggregate per sesso, età a razza, ed altri criteri comuni, circa l’uso della pena di morte, includendo, tra l’altro, il numero di persone condannate a morte, il numero di persone nel braccio della morte, il numero di esecuzioni, il numero di condanne annullate o commutate in appello, e informazioni su ogni esecuzione in calendario, che possano contribuire a eventuali dibattiti trasparenti sia a livello nazionale che internazionale, compresi quelli sugli obblighi degli Stati relativi alla pratica della pena di morte;

(d) a limitare progressivamente l’uso della pena di morte e a non imporla per i reati commessi da minori di diciotto anni di età e alle donne in stato di gravidanza o a persone con disabilità mentali ed intellettive;

(e) a ridurre il numero dei reati per i quali può essere comminata la pena di morte, inclusa la considerazione di abolire la pena di morte obbligatoria;

(f) a garantire che coloro che devono affrontare la pena di morte possano esercitare il diritto di chiedere la grazia o la commutazione della pena di morte assicurando che le procedure di clemenza siano eque e trasparenti, e che informazione tempestiva sia fornita in tutte le fasi del processo;

(g) a garantire che i minori i cui genitori o tutori siano nel braccio della morte, ai detenuti stessi, alle loro famiglie e ai loro rappresentanti legali siano fornite, in anticipo, informazioni adeguate su un'esecuzione in corso, la sua data, ora e luogo, per consentire un'ultima visita o comunicazione con la persona condannata, la restituzione del corpo alla famiglia per la sepoltura o informazioni su dove si trova il corpo, a meno che ciò non sia nel migliore interesse del minore;

(h) a garantire che la pena di morte non sia applicata sulla base di leggi discriminatorie o a seguito di un'applicazione discriminatoria o arbitraria della legge;

(i) a stabilire una moratoria delle esecuzioni nella prospettiva dell’abolizione della pena di morte;

  1. Invita gli Stati che hanno abolito la pena di morte a non reintrodurla, e li incoraggia a condividere le loro esperienze sul tema;
  2. Incoraggia gli Stati che hanno una moratoria in corso a mantenerla, e a condividere le proprie esperienze su questo argomento;
  3. Invita inoltre gli Stati che non l’hanno ancora fatto a considerare di aderire o ratificare il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che mira all’abolizione della pena di morte;
  4. Chiede al Segretario Generale di riferire all’Assemblea Generale nella sua settantasettesima sessione sull’attuazione di questa risoluzione;
  5. Decide di continuare a prendere in esame la questione nella sua settantasettesima sessione nell’ambito del punto dell’ordine del giorno dal titolo “Promozione e protezione dei diritti umani”.

 

46a Conferenza Plenaria

16 dicembre 2020