27 Ottobre 2015 :
In una videointervista rilasciata a Bill Keller, direttore dell’importante blog “The Marshall Project”, il presidente Barak Obama, alla fine del suo 7° anno di presidenza, conferma una posizione vaga. Ha detto di non essere “in linea di principio” contrario alla pena di morte, ma di essere consapevole che da un punto di vista pratico ci sono molti problemi.È la stessa posizione che tiene da quando è Presidente, confermata anche recentemente in occasione della visita negli Stati Uniti di papa Francesco. Obama ha citato il sempre presente rischio di pregiudizio razziale durante le indagini e i processi, ha citato i casi di persone condannate a morte che nel corso degli anni sono riuscite a dimostrare la propria innocenza, ed ha citato i non rari casi di esecuzioni “difettose” che hanno causato un surplus di sofferenza ai condannati. Dopo aver elencato queste sue “fonti di preoccupazione e di riserva”, Obama ha ricordato di aver dato incarico al Ministero della giustizia di avviare una attenta revisione dell’intero sistema della pena di morte, con l’intenzione di rendere l’intero sistema penale federale, non solo quello capitale, “più equo, più giusto”. Questo passaggio fa riferimento alla riforma avviata in Parlamento con cui, almeno a livello federale, si prevede di abbassare le pene detentive “automatiche” per i reati non violenti, pene che oggi possono arrivare facilmente a 30 anni o anche all'ergastolo. Tra le riforme in discussione al Congresso nessuna sembra riguardare direttamente o indirettamente la pena di morte federale, che in effetti viene applicata piuttosto raramente, ed altrettanto raramente porta ad una esecuzione.
Nel 2014 sono state emesse 4 condanne a morte federali, nel 2015 è stata emessa al momento solo quella contro Dzhokhar Tsarnaev, il ragazzo di origine cecena responsabile della strage della Maratona di Boston del 15 aprile 2013 con 3 morti e 260 feriti.
Il braccio della morte federale ha 61 detenuti (60 uomini e una donna), e l’ultima esecuzione federale risale al 2003. Non è mai stato chiaro cosa intendesse il Presidente Obama quando nelle varie dichiarazioni ha parlato di “necessità di rivedere il sistema della pena di morte”. Non sembra che siano all'orizzonte cambiamenti che possano andare oltre qualche eventuale modifica al solo regime detentivo. In fin dei conti lo stato federale non compie esecuzioni da 12 anni, e questa situazione di moratoria de facto non rende indispensabile, da parte di Obama, una presa di posizione più esplicita.