31 Agosto 2021 :
California Sirhan Sirhan, l'uomo che nel 1968 a Los Angeles ha assassinato il senatore Bob Kennedy, ha avuto un primo parere favorevole alla libertà condizionale dopo 53 anni. Oggi in suo favore, al termine di un’udienza in videoconferenza, si sono pronunciati i 2 membri di una sottocommissione della Board of Parole Hearings che ha l’incarico di stabilire, tenendo una cosiddetta “Lifer Hearing”, se un ergastolano ha ancora quella che in italiano si chiama “pericolosità sociale”, ossia se il detenuto è ancora considerato pericoloso per la società. Entro 90 giorni il parere favorevole espresso oggi dovrà essere confermato (o meno) dai 17 membri della Board of Parole Hearings. In caso anche il secondo esame fosse positivo, la “raccomandazione di clemenza” verrà inviata al Governatore, il quale entro 30 giorni potrà accettarla, modificarla, oppure respingerla.
Sirhan, 77 anni, Palestinese di origini giordane, cristiano, venne condannato a morte nel 1969. Nel 1972, dopo che la legge capitale della California era stata dichiarata incostituzionale, e prima che una modifica legislativa la facesse dichiarare nuovamente costituzionale, Sirhan ebbe la pena commutata in ergastolo. Allora non esisteva l’ergastolo senza condizionale. Per l’ergastolo “normale” la condizionale può essere chiesta dopo 25 anni. Sirhan ha presentato la richiesta 15 volte, ed è sempre stata respinta. Quest’anno, anche grazie ad una innovativa presa di posizione del procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles, George Gascon, la sua richiesta ha superato il 1° esame.
Gascon, che in passato è stato anche vicecapo della polizia di Los Angeles, la città dove Sirhan ha ucciso Kennedy, ritiene che il compito del pubblico accusatore termini con il processo, e che la Pubblica Accusa non debba interferire con chi è chiamato a valutare l’eventuale percorso rieducativo di un condannato. Per questo motivo, a differenza degli scorsi anni, la Pubblica Accusa non si è opposta alla richiesta di libertà condizionale di Sirhan, così come non si sta opponendo in casi simili.
Se non si è opposta la Procura, a favore di Sirhan si sono espressi 2 degli 8 figli della vittima, Robert e Douglas Kennedy, ed anche Paul Schrade, un sindacalista amico di Kennedy che venne ferito gravemente, seppure involontariamente, da Sirhan. Dopo che la stampa ha diffuso la notizia dell’esito positivo della prima udienza, gli altri 6 figli viventi della vittima (Joseph, Courtney, Kerry, Christopher, Maxwell e Rory Kennedy) hanno espresso il loro disappunto, invitando il governatore della California, Gavin Newsom, a non ratificare il provvedimento.
Douglas Kennedy, che aveva poco più di un anno quando il padre venne ucciso, ha testimoniato davanti ai membri del Board: «Sono sopraffatto dall’emozione al solo poterlo vedere faccia a faccia. Credo di aver vissuto la mia vita temendo, in un modo o nell’altro, sia lui che il suo nome. E sono grato di vederlo oggi come un essere umano meritevole di compassione e amore». L’altro figlio “favorevole”, Robert Jr., ha inviato una lettera in cui ha raccontato l’incontro in carcere con Sirhan: «Ha pianto, mi stringeva le mani, e, chiedeva perdono». E ancora: «Anche se nessuno può affermare con certezza cosa direbbe mio padre, credo fermamente che sulla base del suo impegno per la giustizia e l’eguaglianza, incoraggerebbe questa Commissione a rilasciare il signor Sirhan considerato il suo impressionante percorso riabilitativo». Robert Jr., notano alcuni osservatori, ha recentemente preso posizioni “no-vax”, ed in tema di “complottismo” più volte ha sostenuto che Sirhan non sia il vero assassino del padre, o che comunque non abbia agito da solo.
Robert Francis Kennedy, chiamato Bob e noto come RFK, bianco, importante esponente del Partito Democratico, cattolico, padre di 13 figli, aveva 42 anni quando, nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1968, venne affrontato da Sirhan, che gli sparò contro otto colpi di calibro 22, colpendolo 3 volte. Morì in ospedale 24 ore dopo. Bob Kennedy era stato ministro della giustizia (Procuratore Generale) nel gabinetto del fratello, “JFK”, John Fitzgerald Kennedy, Presidente degli Stati Uniti ucciso a Dallas nel 1963. In seguito divenne Senatore, e al momento dell’attentato di Sirhan aveva appena pronunciato un discorso di ringraziamento ai suoi sostenitori dopo aver vinto le importanti primarie presidenziali democratiche in California. Sirhan, che all’epoca aveva 24 anni, rivendicò sommariamente il suo gesto sostenendo di aver agito per protesta contro l’appoggio Usa ad Israele. In seguito non è più tornato compiutamente sull’argomento, iniziando a sostenere di non avere nessuna memoria del giorno dell’omicidio.
Se fosse liberato, Sihran, nato a Gerusalemme ma di cittadinanza giordana, probabilmente verrebbe espulso verso la Giordania.
Con questo dato in mente, Robert Barton, uno dei due membri della commissione “Lifer Hearing”, gli ha chiesto se c’era da aspettarsi che una volta liberato avrebbe svolto opera di testimonianza e propaganda a favore della resistenza armata palestinese. Sirhan con molta calma ha risposto invitando la Commissione a valutare l’ipotesi opposta, e cioè che dopo tanti anni di carcere l’ex detenuto Sirhan probabilmente testimonierebbe sull’inefficacia dell’uso della violenza, e a favore di un modo amichevole e nonviolento di risolvere il problema. Poco prima Sirhan aveva detto di essere ormai troppo vecchio per essere coinvolto nel conflitto in Medio Oriente Sirhan, e di sentirsene distaccato, consapevole solo dell’enorme sofferenza sopportata dai profughi.
https://www.theguardian.com/us-news/2021/aug/27/sirhan-sirhan-bobby-kennedy-assassination-parole