TRINIDAD & TOBAGO: PRIVY COUNCIL ANNULLA CONDANNA A MORTE OBBLIGATORIA

16 Giugno 2011 :

la pena di morte obbligatoria per omicidio a Trinidad & Tobago è stata ancora una volta respinta dal Privy Council, che ha annullato la condanna a morte di Nimrod Miguel, ritenendola “incostituzionale”. La decisione del Privy Council avrà probabilmente delle conseguenze sulla maggioranza dei prigionieri del braccio della morte, che sono stati condannati in circostanze analoghe.
Miguel era stato condannato a morte il 30 gennaio 2008 per concorso nell’omicidio avvenuto a seguito di una rapina del tassista Ramesh Lalchan, il cui corpo fu rinvenuto il 31 dicembre 2003 a Rio Claro. Miguel si era difeso dicendo che lui si era già allontanato quando al tassista furono sparati due colpi alla testa. Miguel si era rivolto alla locale Corte d’Appello che il 27 febbraio 2009 aveva respinto il suo ricorso.
I giudici hanno sottolineato che mentre la regola del Felony Murder (un omicidio come conseguenza di altro reato grave), nella common law, ha fatto parte delle leggi di Trinidad e Tobago per molti anni, questa è stata abolita nel 1996 ed è stata stabilita una distinzione tra reati gravi e meno gravi, di conseguenza nessuno può essere riconosciuto colpevole di Felony Murder o condannato a morte per questo reato. Ciò nonostante, nel 1997, il Codice Penale è stato emendato rendendo obbligatoria l’impiccagione per chi uccide una persona nel corso di un altro fatto criminale per cui è previsto l’arresto.
Nel giudizio relativo a Miguel, il giudice Lord Clarke ha dichiarato non accettabili le tesi dello Stato, aggiungendo che la Legge del 1997 non ha abrogato la regola di common law, dal momento che era stata già abrogata.
“Tale legge non ha fatto altro che introdurre una nuova norma volta senza alcun dubbio a ripristinare qualcosa di molto simile alla regola del Felony Murder.”
Clarke ha inoltre sottolineato che qualsiasi tentativo di ristabilire una legge abrogata, incompatibile con le parti della Costituzione relative all’eliminazione di una legge vigente, può essere fatto solo con i voti di non meno dei tre-quinti di ciascuna delle due Camere del Parlamento.
 

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