TANZANIA. PIU’ DI 5.000 NEL BRACCIO DELLA MORTE DI ZANZIBAR

17 Ottobre 2008 :

si è svolta sull’Isola di Pemba, in Tanzania, una conferenza sulla pena di morte, che ha visto esperti di diritto e comuni cittadini dibattere sulla possibilità di una sua abolizione nell’Arcipelago di Zanzibar.
Quest’ultimo, che comprende l’Isola di Pemba, gode di uno statuto semi-autonomo nell’ambito della Repubblica Unita di Tanzania.
La conferenza ha avuto luogo dopo che nel paese si è appreso essere più di 5.000 le persone rinchiuse nel braccio della morte in attesa che la loro condanna capitale venga approvata dal Presidente di Zanzibar.
Per il coordinatore del dibattito, Ismaili Is-haka Sharifu, che è anche a capo del Centro di Assistenza Legale di Zanzibar, l’esperienza ha dimostrato come tanto il Presidente della Repubblica quanto quello di Zanzibar siano riluttanti ad autorizzare esecuzioni, aggiungendo da parte sua che la pena di morte dovrebbe essere cancellata.
Per Sharifu, considerato che la Tanzania in maniera indiretta scoraggia l’uso della pena capitale, il Governo dovrebbe ufficialmente unirsi alla comunità internazionale nel contrasto a questo tipo di pena.
Il dirigente dell’ufficio anti-crimine regionale di Pemba Sud, Azizi Juma Muhamed, ha sostenuto che polizia, magistratura e dipartimenti investigativi sono dotati di strumenti adeguati, di conseguenza qualsiasi perplessità nell’approvazione di condanne a morte da parte del Presidente non ha nulla a che vedere con l’autenticità delle prove presentate in tribunale.
“Di conseguenza – ha concluso il funzionario – facciamo in modo che questa legge venga rivista”.
Diversi partecipanti hanno sottolineato come la pena capitale sia inopportuna in un sistema multi-partitico, dal momento che in futuro un presidente potrebbe usarla contro membri del partito di opposizione.
 

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