06 Settembre 2006 :
il Parlamento del Ruanda approverà entro dicembre 2006 un disegno di legge per abolire la pena di morte nel Paese. Lo ha detto il ministro della giustizia ruandese Tharcisse Karugarama, aggiungendo che senza abolizione della pena capitale il Ruanda non potrebbe processare nei propri tribunali persone sospettate di aver condotto il genocidio del 1994.Da più di 10 anni infatti il Governo ruandese chiede l’estradizione di sospetti che vivono all’estero. Diversi paesi – in particolare Belgio, Olanda, Danimarca e Svizzera – respingono le richieste di estradizione per paura che nel paese africano queste persone possano essere condannate a morte.
Appositamente istituito dalle Nazioni Unite in Tanzania, il Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda sta attualmente esaminando i casi di 57 sospettati per il genocidio, che il Ruanda vorrebbe processare nei propri tribunali.
Fino a oggi anche l’Onu ha rifiutato le estradizioni, temendo che gli imputati possano essere condannati a morte in Ruanda.
Abolendo la pena capitale – ha detto il ministro della giustizia Karugarama – il Ruanda potrà accedere più velocemente ai sospettati.
Dal 1995, anno della sua istituzione, il Tribunale per il Ruanda ha processato 28 dei sospettati, 25 dei quali sono stati riconosciuti colpevoli di crimini contro l’umanità e condannati all’ergastolo. Tre sono stati assolti.
In Ruanda i prigionieri del braccio della morte sono circa 650, ha detto il Ministro della Giustizia.
Per crimini commessi nel corso del genocidio, sono 40 le persone condannate a morte in Ruanda nel 2002, e 18 quelle condannate nel 2003 all’ergastolo.
Nel 1998 sono state condannate a morte e giustiziate 22 persone, sempre in relazione al genocidio.
(Fonti: Jurist, 05/09/2006; Inter Press Service, 03/09/2006)