23 Ottobre 2014 :
Reprieve, il gruppo britannico che si batte contro la pena di morte, ha detto che la Gran Bretagna rischia di essere "complice di un grave abuso dei diritti umani" se corrieri della droga catturati da una forza addestrata ed equipaggiata dalla Gran Bretagna vengono giustiziati. La sospensione di un mese dell'esecuzione del prigioniero pakistano Shoaib Sarwar scade il 27 ottobre. Se dopo venisse effettuata, sarebbe la prima esecuzione in Pakistan dal 2012 e metterebbe a rischio la vita di almeno 112 condannati per reati di droga attualmente nel braccio della morte, tra cui un certo numero di cittadini britannici.Mentre la strategia del Governo britannico per l'abolizione della pena di morte elenca il Pakistan come un 'paese prioritario', il Regno Unito ha contribuito con più di 12 milioni di sterline alle operazioni anti-droga in Pakistan, dove tribunali specializzati in reati di droga mantengono un tasso di condanne di oltre il 92 per cento e possono emettere una sentenza di morte per chiunque sia condannato per possesso di oltre 1 chilo di droga.
Il finanziamento britannico ha coperto la formazione degli ufficiali pakistani della Anti-Narcotics Force, così come i servizi di intelligence e le attrezzature necessarie, senza che siano state prese misure per prevenire il rischio di condanne a morte.
Nella corrispondenza intercorsa con Reprieve, il vice Primo Ministro Nick Clegg ha confermato che il Regno Unito ha interrotto un finanziamento antidroga in Iran "esattamente per le stesse preoccupazioni", come ha fatto la Danimarca che ha reindirizzato il finanziamento nel 2013 dopo aver capito che i contributi avevano "portato a esecuzioni". Tuttavia, ha detto Clegg, il Regno Unito avrebbe continuato il suo finanziamento in Pakistan, pur essendo "ben consapevole che tale assistenza non deve compromettere la nostra netta opposizione all'uso della pena di morte in tutte le circostanze, anche per reati di droga".
Reprieve ha chiesto al Governo britannico di condizionare i suoi aiuti all’abolizione della pena di morte per reati di droga – coerentemente con la sua posizione su analoghi contributi all’Iran – ovvero di assumersi la responsabilità del legame evidente che c’è tra il suo sostegno a operazioni antidroga e l'applicazione della pena di morte, anche nei confronti di cittadini britannici.
"Il contributo britannico alle esecuzioni viola norme sui diritti umani fatte proprie dal Governo e si fa beffe del suo impegno per la lotta contro la pena capitale nel mondo," ha detto Maya Foa, Direttrice del Team Pena di Morte di Reprieve.