17 Novembre 2016 :
al Kenya è stato chiesto di prendere in considerazione l'abolizione della pena di morte in quanto non compatibile con i principi fondamentali dei diritti umani, in particolare con la dignità umana, diritto alla vita e divieto di tortura o altri trattamenti crudeli.Il Coordinatore Residente delle Nazioni Unite in Kenya Siddharth Chatterjee ha detto che se la pena di morte fosse abolita in questo Paese, il resto dell'Africa probabilmente seguirebbe l'esempio.
“Per noi, il Kenya è un faro di speranza considerata la condizione di fragilità che abbiamo visto nella regione. Abbiamo bisogno di un Kenya che sia davvero il paradigma dei diritti umani, il paradigma della misericordia, dell'inclusione e, soprattutto, il paradigma di uguaglianza in cui siano rispettati i diritti di donne e bambini. Questo sta realmente accadendo. Il cambiamento sta avvenendo in Kenya", ha dichiarato.
"Qualunque cosa accada qui avrà un effetto a catena sugli Stati vicini."
Chatterjee ha applaudito il Presidente Uhuru Kenyatta per la recente decisione di commutare nel Paese tutte le condanne a morte in ergastolo, definendola una mossa buona.
Circa 2.747 detenuti del braccio della morte, dei quali 2.655 maschi e 92 femmine, stanno ora scontando l’ergastolo a seguito della direttiva del presidente Kenyatta.
L'ultima commutazione di condanna a morte in ergastolo fu decisa nel 2009 dall'allora presidente Mwai Kibaki.
"Notevoli progressi sono stati compiuti verso l'abolizione universale della pena di morte negli ultimi anni. Attualmente circa 170 Stati membri delle Nazioni Unite hanno abolito la pena di morte o non la praticano più", ha detto Chatterjee. "Più di recente, sette Stati hanno abolito la pena di morte per tutti i reati."
Chatterjee ha citato recenti osservazioni da parte del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, che ha detto: "Resto convinto che non ci sia posto per la pena di morte nel ventunesimo secolo."
"Accogliamo con favore il fatto che, nonostante il Kenya abbia la pena di morte nelle sue leggi, non abbia effettuato alcuna esecuzione da circa tre decenni", ha aggiunto.
L'ultima esecuzione in Kenya è stata effettuata nel 1987.
"Ci auguriamo che il governo del Kenya risponderà all’invito del Segretario generale adottando ulteriori misure per passare dalla attuale moratoria de facto verso la completa abolizione", ha detto il Coordinatore Onu in Kenya. Ha aggiunto che il Kenya dovrebbe dare seguito alla recente commutazione di massa e lavorare all'istituzione di una moratoria ufficiale sulla pena di morte, che miri alla sua completa abolizione per tutti i reati.
Chatterjee ha citato inoltre un recente rapporto all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite secondo cui non esiste alcuna prova che "la pena di morte sia un deterrente per il crimine più di altre forme di punizione."
"Non è la severità della pena che scoraggia i trasgressori, ma la sua certezza."
Per contenere il crimine, l'ONU ha raccomandato che l'attenzione venga incanalata verso il sistema della giustizia, garantendone la conformità con il diritto internazionale sui diritti umani.
La presidente della Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya, Kagwiria Mbogori, da parte sua ha detto che la pena di morte deve essere abolita dal momento che il sistema giudiziario del Kenya è ancora affetto da corruzione e inefficacia, che rendono vulnerabili gli accusati innocenti.
Le precedenti dichiarazioni sono state rese durante un seminario di due giorni sulla valutazione dell’atteggiamento pubblico verso la pena di morte in Kenya.
"La pena di morte ha un forte impatto fisico e psicologico sui detenuti e sulle loro famiglie, equivalente a tortura e trattamenti crudeli, inumani e degradanti ai sensi del diritto internazionale", ha detto Mbogori.
Secondo Mbogori inoltre è ancora più costoso mantenere detenuti nel braccio della morte "poiché la maggior parte dei governi sono riluttanti a giustiziare condannati a morte."