04 Gennaio 2007 :
il neo segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha fatto marcia indietro sulla pena di morte e ne appoggia l'abolizione, ha detto la sua portavoce Michele Montas.Commentando l'impiccagione di Saddam Hussein, il Segretario generale aveva detto che, anche se l'Onu è contro la pena di morte, ''la decisione su questa materia spetta a ciascuno degli stati membri''.
La decisa correzione di rotta rispetto alla chiara posizione abolizionista del predecessore Kofi Annan aveva provocato polemiche sulla stampa Usa e le critiche delle organizzazioni per i diritti umani. Sono bastate 24 ore, e la lettura dei giornali del mattino, a provocare una inversione di marcia che suona di buon auspicio per l'iniziativa italiana contro la pena capitale.
''Cerchiamo di lavorare per l'abolizione'', ha dichiarato la portavoce di Ban, osservando che sul bando delle esecuzioni non c'e' consenso: “Alle Nazioni Unite ci fu un dibattito anni fa [nel 1994, ndr] che si concluse con una maggioranza di stati che si rifiutarono di condannare la pena di morte”, ha detto la portavoce osservando d'altra parte che “se l'Assemblea generale, che ha la competenza del problema, dovesse decidere per la moratoria delle esecuzioni”, Ban “lavorera' per farla applicare”.
Intanto, a Ginevra l'alto commissario Onu per i diritti umani Louise Arbour ha chiesto all'Iraq lo stop delle impiccagioni dei co-imputati di Saddam in una dichiarazione che avanzava dubbi sull'imparzialità del processo a cui Ban ha dato, attraverso la portavoce, ''il pieno avallo''.