24 Novembre 2014 :
La delegazione del Partito Radicale e di Nessuno Tocchi Caino che si trovava in Niger per incontri istituzionali relativi alla risoluzione ONU per la Moratoria delle esecuzioni capitali ha anche potuto visitare due istituti penitenziari del paese, quello di Niamey e quello di Kollo a 30 chilometri dalla capitale.Il carcere di Niamey è strutturato in una sezione maschile, una femminile e una minorile. Mentre le 46 donne e i 27 minorenni sono ospitati in settori che a norma di legge ne possono contenere 45 e 60 e che strutturalmente non presentano gravi carenze dal punto di vista architettonico o igienico-sanitario, i 1.114 uomini sono ammassati in locali malsani che ne dovrebbero ospitare 350.
La delegazione, composta da Marco Pannella, Sergio D'Elia, Marco Perduca, Matteo Angioli, Marco Maria Freddi e Stefano Marrella – che per Radio Radicale ha documentato le ore passate in carcere là dove è stato consentito - si è intrattenuta coi detenuti maschi nelle camerate e, brevemente, anche negli spazi all'aperto che, data la sovrappopolazione, sono utilizzati come giacigli permanentemente di fortuna.
La delegazione ha potuto constatare che la sezione maschile versa in preoccupanti condizioni igienico-sanitarie con celle sovraffollatissime che hanno delle minuscole finestre che non consentono la benché minima areazione. Gli spazi all'aria aperta ricordano un suk dove però non esiste praticamente alcuna separazione tra la parte dove è possibile camminare per andare al bagno o alle docce e la zona dove si dorme o si mangia. I giacigli sono riparati da teli o stuoie appesi a fili cadenti. Per ovviare all'eccessivo sovraffollamento, alle volte si è arrivati ad avere oltre 1.500 detenuti, le autorità penitenziarie attuano degli sfollamenti che comunque non riescono mai a ridurre significativamente i trattamenti disumani e degradanti a cui sono sottoposto i detenuti. Come un po' dappertutto nel mondo, anche in Niger l'amministrazione della giustizia ha tempi lungi, infatti, dei 1.114 presenti, solo 411 avevano una sentenza definitiva. Al momento della visita c'erano 55 stranieri provenienti dai paesi limitrofi. Nessuno dei detenuti maschi lavora o va a scuola. Anche la moschea risente del drammatico sovraffollamento.
Migliore invece la situazione, anche dal punto di vista delle celle, nella sezione femminile e in quella minorile dove non esistono problemi di sovrappopolazione e dove la quasi totalità dei ristretti lavora in atelier di maglieria, falegnameria, taglio e cucito e coloratura batik. Nel reparto minorenni, al momento della visita, erano presenti 27 ragazzi in parte al lavoro e in parte a scuola. Nel parlare coi ragazzini è emerso che in molti casi la convalida dell'arresto è avvenuta senza che l'accusato fosse assistito da un avvocato. Parlando con alcuni dei più giovani si è inoltre scoperto che uno dei presenti aveva 12 anni - un'età per cui in Niger non si può stare i carcere. Il caso del ragazzo è stato immediatamente segnalato alle autorità presenti e ai rappresentanti delle Nazioni Unite che nel frattempo si erano uniti alla delegazione Radicale.
La visita al carcere di Kollo ha presentato una situazione radicalmente diversa rispetto a quella dell'istituto penitenziario della capitale. Il complesso è organizzato in quattro parti: una femminile dove erano presenti 24 donne in una struttura piuttosto angusta ma comunque discretamente tenuta, e la parte maschile divisa tra definitivi, giudiziario e "funzionari".
Costruito nel 1987 per ospitare circa 1,500 detenuti, al momento della visita della delegazione Radicale il carcere di Kollo conteneva 283 persone: 161 condannati, di cui quattro donne e due minorenni; 124 in attesa di sentenza definitiva, di cui 20 donne e 1 minorenne; 39 i detenuti stranieri proveniente da Burkina Faso, Costa d'Avorio, Nigeria e Benin. I settori detentivi maschili hanno tutti una zona preghiera centrale gestita da un detenuto che funge da imam. Le celle vanno da un minimo di quattro a un massimo di otto posti letto e sono aperte dalle 630 del mattino fino alle 19 della sera. Il resto della giornata viene passata all'aperto dove viene anche servito un pasto unico quotidiano - il resto dell'alimentazione viene garantito da cibo fornito dai famigliari. Recentemente è stato ampliato un orto antistante al carcere dove sei detenuti coltivano verdure eventualmente utilizzate per i pasti. La zona cosiddetta "funzionari" ospita una trentina di persone incolpate, o condannate, di reati contro la pubblica amministrazione - questo settore è separato dagli altri ed è organizzato come una piccola comunità. In Niger non esiste la polizia penitenziaria e le carceri sono guardate da militari; il personale medico a Niamey era civile, a Kollo in divisa.
Grazie alla presenza di funzionari del Ministero della Giustizia la delegazione ha potuto interagire con gli ospiti, che non tutti capivano il francese; nella sezione dei condannati Marco Pannella ha tenuto un discorso - la Direttrice dell’Amministrazione Penitenziaria l’ha tradotto nel dialetto locale - il cui video è disponibile sul sito www.radioradicale.it