18 Novembre 2014 :
il ministro della Giustizia algerino Tayeb Louh ha dichiarato che la ripresa delle esecuzioni, sospese nel Paese da più di 20 anni, necessita di un dibattito aperto e obiettivo, ha riportato l'agenzia di stampa ufficiale APS.Louh rispondeva ad una domanda posta da parlamentari alla Camera bassa sulle ragioni della mancata applicazione della pena di morte in Algeria. Questo problema – ha aggiunto il Ministro - dovrebbe coinvolgere tutte le classi della società a causa dei suoi aspetti politici, sociali e morali.
L'Algeria ha deciso di sospendere l'applicazione della pena di morte dal 1993, nel mezzo di una decennale guerra civile che ha provocato 150.000 vittime. Negli ultimi anni, diversi attivisti politici, associazioni ed avvocati hanno chiesto la ripresa delle esecuzioni in Algeria, soprattutto dopo un’ondata di crimini contro bambini.
Secondo nuove disposizioni introdotte nel dicembre 2013 nel codice penale algerino, la pena di morte può essere imposta a "rapitori di bambini nel caso in cui la vittima muoia". Louh ritiene che la "sanzione giudiziaria, in senso moderno, non è di natura vendicativa, ma mira piuttosto a proteggere la società individuando le cause personali e sociali che conducono al crimine."
(Fonti: Xinhua, 14/11/2014)