09 Gennaio 2022 :
Sono settanta! Eppure non mi sento di dire che gli anni comincino a pesare. Anzi, sento che ogni anno che passa levi peso alla mia esistenza. È come se il tempo che scorre, di anno in anno, come in un processo omeopatico, tolga peso alla materia di cui sono (stato) fatto. Di diluizione in diluizione, della materia originaria resta l’essenza, il principio attivo, quello della coscienza. Può accadere a ognuno di noi. Basta assecondare, non contrastare il corso naturale delle cose, il principio d'ordine – la coscienza, l’amore, l'armonia universale – da cui tutto origina e a cui tutto tende. Può accadere, è umano che accada una conversione ecologica del modo di pensare, di sentire e di agire. Conversione ecologica, nel senso letterale delle parole: la cura che si decide di avere della propria casa, del mondo in cui vivi; la visione di insieme che si ha e l’insieme che noi siamo: l’insieme, non la somma delle parti; l’unione che fa la forza e si fa forte delle singolarissime diversità; il tutto di cui facciamo parte e che si riflette, vive in ognuno di noi. Per me è stato un altro salto “rivoluzionario”, ma di segno diverso, che ho vissuto. Dall'eroico furore dei primi anni 70 alla calma eroica di questi miei primi 70 anni. La radice è la stessa – eros, amore – la differenza è nella forma che decidi di dargli, quanto materiale o essenziale l’amore sia, possessivo o donato esso sia. Il passaggio dalla violenza alla nonviolenza, dall'odio all’amore, dal male al bene, dai rapporti di forza materiali alla forza dei rapporti umani, dalla indipendenza alle interdipendenze, dalla opposizione alla cooperazione, è stato il mio movimento di liberazione personale, un cambio “radicale” umano e politico. Nel bene e nel male accade sempre di vivere nel modo e nel senso in cui vuoi vadano le cose. Gli ultimi 30 dei miei 70 anni li ho vissuti con il Partito Radicale e con una sua meravigliosa creatura: Nessuno tocchi Caino, che è un inno alla nonviolenza, alla vita, all’amore, alla speranza, principi e valori che oggi si incarnano nella sua nuova missione che poi è il senso compiuto del motto e della lotta di “Nessuno tocchi Caino”. Dopo la pena di morte e la pena fino alla morte, superare anche la morte per pena e lo stesso istituto della pena, l’aberrante concezione per cui alla violenza e al dolore del delitto debbano necessariamente corrispondere una violenza e un dolore eguali e contrari, quelli del giudizio e del castigo. Grazie a Nessuno tocchi Caino sento questi miei settanta anni belli come un’alba e leggeri come una piuma, come sono le carezze dell'amore dato e di quello ricevuto. Diamoci forza, continuando a essere insieme, umanamente – prima che politicamente – uniti.
(Grazie a Lorenzo Ceva Valla per la bella foto che mi ha regalato scattata al recente Congresso di Opera)