09 Ottobre 2014 :
attivisti per i diritti umani hanno accusato le autorità marocchine di mantenere più di 100 prigionieri in attesa di esecuzione in “condizioni disumane e inaccettabili”, nonostante una moratoria di 20 anni sulla pena di morte.Abderrahim Jamai, coordinatore della Coalizione Marocchina Contro la Pena di Morte (CMCPM), ha detto che alcuni prigionieri “hanno già trascorso 15 anni nelle loro celle, il che pone la questione circa la quantità di tempo necessario per eseguire una sentenza”.
Anche se è in atto dal 1993 una moratoria sulle esecuzioni, decine di prigionieri rimangono nel braccio della morte in tutto il Paese.
“Molti dei condannati a morte soffrono di problemi mentali e versano in condizioni psicologiche estremamente difficili”, ha detto la parlamentare Nouzha Skalli, ex Ministro e portavoce dell’intergruppo parlamentare contro la pena di morte in Marocco.
A giugno, il Presidente del Consiglio Nazionale per i Diritti Umani, Driss el Yazami, ha chiesto la fine della pena di morte, alimentando qualche speranza che il Regno si stasse muovendo verso l'abolizione, ma il parlamento a maggioranza islamista non è d’accordo. “Il Governo deve tener conto che siamo vicini ai 240 parlamentari (su 600) apertamente favorevoli all'abolizione”, ha detto Skalli. Il suo gruppo ha presentato una proposta di legge in tal senso alla fine del 2013, ma non è ancora stata discussa.
Gli abolizionisti fanno leva sulla nuova Costituzione del Marocco, adottata nel 2011 sull’onda della primavera araba, che garantisce il “diritto alla vita” e non fa riferimento esplicito alla pena capitale.