15 Luglio 2019 :
L'Iran prevede la “donazione” di organi da parte dei condannati a morte. Lo ha detto Ebrahim Raisi in una conferenza stampa. Raisi (anche scritto Raeesi) nel marzo 2019 è stato nominato a capo del sistema giudiziario dell’Iran, praticamente è il ministro della giustizia. Raeesi è stato nominato direttamente dalla Guida Suprema, Ali Khamenei, la principale carica politica e religiosa dell’Iran, ed è conosciuto in patria e all'estero per aver fatto parte della cosiddetta “Commissione della morte” che nel 1988 ordinò l’esecuzione di massa di 30.000 prigionieri politici. Illustrando una recente modifica al codice penale, ha spiegato che ora i detenuti del braccio della morte verranno autorizzati a “offrire” i propri organi, sia prima che dopo l’esecuzione.
La “donazione” dovrà essere approvata da un giudice, dal Ministero della Giustizia, e in ultima istanza da un medico legale che dovrà appurare se gli organi sono idonei alla donazione.
La nuova legge è stata criticata pesantemente dall'Associazione Iraniana dei Chirurghi, da cui è stata definita “estremamente preoccupante, lesiva della nostra professione e della reputazione dell’Iran agli occhi del mondo civilizzato”.
L’agenzia filogoverantiva ISNA ha intervistato un professore, non identificandolo, che lavora nell'unità dei trapianti di fegato al cosiddetto “Khomeini hospital” di Teheran. Il professore ha detto che “nessun chirurgo specializzato seguirebbe la legge, perché è immorale e contro tutti i valori della nostra professione”. “Nessuna persona condannata a morte, ha argomentato il professore, sarebbe nelle adeguate condizioni mentali di offrire “volontariamente” i propri organi, a meno che non sia obbligata a farlo sotto enormi pressioni. I membri della nostra associazione dei chirurghi non rispetteranno mai questa legge”.
La legge nasce forse dal fatto che allo stato attuale l’Iran ha un enorme deficit di organi per i trapianti, soprattutto reni, cuori e fegati, e soprattutto per coloro che non sono in grado di pagare. Secondo Katayoun Najafizadeh, direttore dell’Associazione Donatori Iraniani, sono oltre 25.000 i pazienti in lista d’attesa, ma gli organi disponibili sono in media meno di 1.000 l’anno. Nel 2018 ad esempio si sono resi disponibili 926 organi, la maggior parte da vittime di incidenti automobilistici. Inoltre, a complicare la situazione, poiché in Iran è legale vendere organi, migliaia di pazienti da altre nazioni del Medio Oriente si rivolgono a cliniche private iraniana per effettuare trapianti a pagamento, scavalcando così sia la lista d’attesa nei loro paesi. La mancanza di organi, e la crescente povertà della popolazione, ha creato un mercato nero degli organi, dove un rene può essere venduto a circa 200 euro.