INDIA: TRE CONDANNE A MORTE ANNULLATE

26 Novembre 2012 :

l'Alta Corte di Delhi ha assolto due persone che erano state condannate a morte in relazione agli attentati esplosivi del 1996 al Lajpat Nagar Market, che causarono la morte di 13 persone. La condanna a morte di una terza persona è stata ridotta all’ergastolo.
I giudici dell’Alta Corte S. Ravindra Bhat e GP Mittal hanno detto che la polizia di Delhi ha “dimostrato superficialità” ed ha gestito il caso con "gravi mancanze", non rispettando “lo standard minimo relativo alla prova”.   L’Alta Corte ha così assolto Mohd. Ali Bhatt e Mirza Nissar Hussain, che erano stati condannati a morte nel 2010.
I giudici hanno anche convertito la pena di morte data ad un terzo uomo, Mohd. Naushad, in carcere a vita.
Hanno invece confermato la condanna all’ergastolo di Javed Ahmed Khan, che è stato riconosciuto colpevole di omicidio, cospirazione e tentato omicidio.
Secondo la Corte, l'accusa non ha dimostrato che Naushad abbia provocato l'esplosione, essendo stato solo dimostrato un suo aiuto nella cospirazione. "A nostro avviso, il caso non rientra nella categoria dei più rari tra i rari e di conseguenza la pena di morte non può essere confermata. Naushad viene così condannato a subire il carcere a vita ai sensi della Sezione 120B (cospirazione) e della la Sezione 302 (omicidio) del codice penale", ha detto il giudice.
"Le condanne a morte inflitte ai tre imputati Naushad, Hussain e Bhatt sono di conseguenza non confermate", ha aggiunto.
La sentenza è giunta a seguito dei ricorsi presentati dai quattro detenuti, tre dei quali si trovano nel braccio della morte. La polizia ha detto che tutti i sospetti erano membri del fuorilegge Fronte Islamico di Jammu e Kashmir.
Il giudice di primo grado, nella sua sentenza, aveva definito il crimine come un "atto vile" rientrante nella categoria dei "più rari tra i rari", pronunciando le tre condanne capitali.
Secondo l'accusa, gli imputati furono arrestati subito dopo le esplosioni, avendo la polizia registrato le telefonate fatte per rivendicare la responsabilità per l'attacco terroristico.
 

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