11 Settembre 2024 :
Lo stato indiano del Bengala Occidentale il 3 settembre 2024 ha approvato la Legge “Aprajita” per le Donne e i Minori (Emendamento alle Leggi Penali del Bengala Occidentale) 2024, che introduce la pena di morte per i casi di stupro che hanno come conseguenza la morte della vittima o che la lascino in stato vegetativo.
Il disegno di legge, approvato all'unanimità dall'Assemblea legislativa del Bengala Occidentale, ha ricevuto il sostegno sia del partito al governo Trinamool Congress che del partito di opposizione Bharatiya Janata Party (BJP).
L'approvazione del disegno di legge è avvenuta sulla scia dello stupro e omicidio di un medico tirocinante presso il R.G. Kar Medical College and Hospital di Calcutta, Bengala Occidentale, il 9 agosto 2024, un crimine che ha scatenato proteste diffuse in tutta l'India.
Il governo del Bengala Occidentale ha introdotto la legge in risposta alle proteste pubbliche, con l'obiettivo di imporre pene più severe per i reati sessuali e accelerare il processo giudiziario. La legge introduce modifiche significative al Bharatiya Nyaya Sanhita (BNS), 2023 (il nuovo codice penale indiano) e ad altre leggi relative ai reati sessuali in India.
Il recente caso dello stupro e dell'omicidio avvenuto il 9 agosto a Calcutta rientrerebbe nella nuova misura. Allo stesso modo, i casi di stupro passati che hanno scosso la nazione, come quello di Aruna Shanbaug, un'infermiera che è stata aggredita sessualmente nel 1973 ed è rimasta in stato vegetativo per oltre 41 anni fino alla sua morte nel 2015, sarebbero anch'essi classificati in base a questo criterio.
Inoltre, la legge riduce drasticamente i tempi per trattare i reati sessuali, richiedendo che le indagini siano completate entro 21 giorni e i processi entro 30 giorni, rispetto al periodo di due mesi consentito dal BNS, con l'intenzione di garantire una giustizia più rapida.
Mentre il governo del Bengala Occidentale saluta la legge “Aprajita” come un "modello e storica", organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International hanno sollevato serie preoccupazioni.
"La pena di morte non è mai la soluzione, né offrirebbe una 'soluzione rapida' per prevenire la violenza contro le donne", ha affermato Aakar Patel, presidente del Board di Amnesty International. Ha sottolineato che né la Commissione giustizia Verma, formata nel 2012 per riformare le leggi indiane sulla violenza sessuale, né la Commissione Giustizia indiana hanno sostenuto la pena di morte per tali crimini.
Amnesty International ha sottolineato che riforme sistemiche, piuttosto che punizioni più severe, sono necessarie per affrontare le cause profonde della violenza sessuale. "Ciò di cui c'è realmente bisogno è una riforma procedurale e istituzionale di vasta portata che affronti le cause profonde del crimine e ponga l'accento sulla sua prevenzione", ha aggiunto Patel, esortando il Central Bureau of Investigation (CBI) a condurre un'indagine rapida e approfondita sul caso di Calcutta, senza ricorrere alla pena capitale.