GIAPPONE. CONDANNATI A MORTE CHIEDONO NUOVO PROCESSO

06 Ottobre 2008 :

dei circa 100 prigionieri del braccio della morte giapponese, sono almeno 42 quelli che hanno già fatto richiesta di un nuovo processo, sostenendo per lo più di essere stati falsamente accusati. Altri 19 condannati a morte sono in procinto di imitarli.
Il dati scaturiscono da un’indagine svolta da un’associazione giapponese per i diritti umani, Forum 90, che nello scorso luglio ha inviato dei questionari ai detenuti nei bracci della morte del paese, attraverso loro familiari o avvocati. L’Associazione – che ha sede a Tokyo – ha anche chiesto ai prigionieri quale sia il motivo principale dello stress psicologico cui sono sottoposti. Tra le risposte ricevute con maggiore frequenza c’è il non sapere fino all’ultimo quando si verrà giustiziati. Tra i 76 condannati a morte che hanno risposto, ci sono due dei tre prigionieri giustiziati lo scorso 11 settembre. Il codice di procedura penale giapponese stabilisce che l’esecuzione debba avvenire entro sei mesi dalla conferma definitiva della condanna, tuttavia i tempi si allungano se, per esempio, è pendente una richiesta di nuovo processo.
Nei 10 anni precedenti al 2006 sono state giustiziate in Giappone 30 persone, che in media hanno atteso sette anni e 11 mesi prima di essere messe a morte. Negli ultimi anni il tempo di attesa si è ridotto, con le impiccagioni che dallo scorso dicembre vengono effettuate ad un ritmo maggiore.
In diverse risposte si fa riferimento alle migliori condizioni detentive seguite all’approvazione nel 2005 della legge sul trattamento dei prigionieri, che per quanto riguarda i bracci della morte viene applicata dall’anno scorso.
Tra i miglioramenti citati c’è la possibilità di incontrare e scambiare lettere con amici, oltre alla maggiore opportunità di svolgere esercizio fisico.
In precedenza le visite erano limitate a parenti e avvocati.
Non mancano tuttavia delle critiche, come la riduzione dei tempi dedicati alle visite o la minore possibilità di ricevere regali, libri compresi. I risultati completi dell’indagine saranno resi pubblici l’11 ottobre, in occasione di un evento che si terrà a Tokyo.
 

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