05 Dicembre 2005 :
la Cina ha ammesso per la prima volta che gli organi dei prigionieri giustiziati vengono venduti a cittadini stranieri per i trapianti, riporta il Times.Per molti anni le autorità cinesi avevano negato l’esistenza di tale commercio.
Huang Jiefu, vice-ministro della Sanità, ammette che la pratica è molto diffusa e promette il rafforzamento delle regole.
“Vogliamo premere per delle norme sui trapianti di organi per standardizzare la fornitura di organi prelevati da prigionieri giustiziati e mettere ordine nel mercato sanitario”, ha detto Huang al magazine Caijing.
Le norme predisposte nell’agosto 2005 – precisa Huang - sono attualmente in fase di emendamento prima di giungere al Consiglio di Stato per l’approvazione finale, e serviranno a porre fine in Cina alla mercificazione degli organi per trapianti.
Le uniche norme relative alla rimozione di organi dal corpo di giustiziati risalgono al 1984 e stabiliscono che tale operazione può avvenire solo con il consenso della famiglia o nel caso in cui non vi sia alcuna richiesta di restituzione del cadavere del giustiziato.
Secondo Huang le nuove norme aiuteranno la Cina a migliorare la propria immagine nel campo dei trapianti, oltre che attribuire ai condannati maggiore controllo sulla decisione di donare i loro organi. Renderanno inoltre più difficile l’acquisto di organi prelevati dopo l’esecuzione.
Il reperimento degli organi – scrive il Times – è in Cina fortemente limitato, dal momento che le tradizioni religiose richiedono l’integrità del corpo che si accinge ad entrare nell’aldilà.
Tuttavia il Paese è secondo solo agli Stati Uniti per numero di trapianti. Dal 1993 la Cina ha effettuato 60.000 trapianti di reni, 6.000 trapianti di fegato e 250 di cuore.
Quasi tutti gli organi prelevati da cadaveri provengono da prigionieri giustiziati, ha scritto il Caijing.
Già in passato diversi medici hanno raccontato di come si siano recati presso i campi per le esecuzioni a bordo di ambulanze, in compagnia di team di infermieri, per prelevare gli organi dei giustiziati con il minor ritardo possibile.
(Fonti: The Times, 03/12/2005)