CINA: CONDANNE PER TERRORISMO QUASI RADDOPPIATE NEL 2015

Zhou Qiang

14 Marzo 2016 :

le condanne per reati contro la sicurezza dello Stato, incluso "terrorismo violento", sono quasi raddoppiate nel 2015, ha reso noto la Corte Suprema cinese, a seguito della campagna "colpire duro" finalizzata a reprimere i disordini nella regione a maggioranza musulmana dello Xinjiang e dei giri di vite sulla società civile.
Nel 2015 i tribunali cinesi hanno riconosciuto colpevoli 1.419 imputati per "aver messo in pericolo la sicurezza nazionale e terrorismo violento", ha detto in un rapporto alla sessione annuale del Congresso Nazionale del Popolo Zhou Qiang, capo della Corte Suprema del Popolo. L'anno prima, i tribunali cinesi hanno emesso 712 condanne con accuse sostanzialmente simili di "attacchi terroristici violenti" e "separatismo" -  tentativi di sostenere l'indipendenza di regioni della Cina.
Le condanne relative alla sicurezza nazionale sono state emesse dal momento che i tribunali "hanno preso attivamente parte alla lotta anti-terrorismo, anti-separatisti e anti-sette", ha detto Zhou.
I tribunali cinesi hanno condannato 1.084 persone per "crimini terroristici violenti" e altre 335 per reati relativi alla "messa in pericolo della sicurezza nazionale".
Il rapporto non specifica i reati inclusi nella seconda categoria, ma l’esperto di diritto cinese Susan Finder ha detto che "se si guarda l'elenco dei reati legati alla sicurezza nazionale, gli attivisti per i diritti umani sarebbero stati condannati per alcuni di essi." La Cina ha aumentato la pressione sulla società civile lo scorso anno, effettuando arresti di massa di avvocati per i diritti civili e attivisti.
La mossa è giunta mentre il Paese ha approvato una nuova legge sulla sicurezza nazionale che gli esperti temono espanderà il potere del governo di colpire i dissidenti politici.
La maggior parte delle condanne, tuttavia, sembra essere correlato al lancio da parte di Pechino lo scorso anno di una campagna "colpire duro" nello Xinjiang, volta a fermare disordini che hanno causato centinaia di morti.
Negli ultimi anni, la violenza nella regione ha portato a centinaia di morti che Pechino attribuisce all'estremismo islamico e all’influenza straniera, ma che gli attivisti dicono essere una risposta alle restrizioni draconiane sulla vita religiosa e culturale della regione.
Da quando ha cominciato la campagna nel 2014, il governo ha imprigionato centinaia di persone, giustiziato decine di prigionieri e forse ucciso centinaia di persone in azioni di polizia fermamente criticate dagli attivisti per i diritti umani. E la "politica dell’alta pressione" è destinata a continuare, ha detto ai giornalisti questa settimana il capo del Partito comunista dello Xinjiang, Zhang Chunxian.
I tassi globali di condanne nel Paese sono rimasti vicini al 100 per cento nel 2015, è scritto nel rapporto, anche se Pechino ha promesso riforme volte a ridurre gli errori giudiziari.
Un totale di 1.039 accusati sono stati giudicati innocenti dai tribunali cinesi nel 2015, ha detto Zhou ha, rispetto ai 1.232.000 che sono stati giudicati colpevoli - un tasso di condanne del 99,92 per cento, quasi lo stesso dell'anno precedente.
L'uso della forza per estorcere confessioni rimane diffuso in Cina e i gruppi per i diritti denunciano che i sospetti spesso non hanno una difesa efficace nei processi penali, il che porta ad errori giudiziari.
I tribunali sono politicamente controllati, con gli attivisti sotto processo praticamente certi di essere riconosciuti colpevoli.
La rabbia pubblica si è sollevata per errori giudiziari, e negli ultimi anni i tribunali hanno annullato condanne a morte in una manciata di casi. Nel solo mese di febbraio, cinque uomini sono stati assolti dall’accusa di omicidio per la quale erano stati ingiustamente incarcerati più di due decenni prima.
I tribunali cinesi hanno "corretto" 1.357 verdetti nel 2015, dice il rapporto, rendendo nota la sentenza finale di soli tre casi.
Zhou ha detto che il Paese deve trarre insegnamenti dalle assoluzioni e "migliorare i meccanismi che possono efficacemente prevenire e correggere i casi errati e falsi in modo tempestivo".
Il Partito Comunista si è impegnato a garantire lo "stato di diritto con caratteristiche cinesi" e ha annunciato che ridurrà l'influenza dei funzionari locali sui tribunali.
 

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