19 Aprile 2005 :
numerosi leader di paesi caraibici hanno preso parte a Trinidad all’inaugurazione della Corte Caraibica di Giustizia, che potrebbe prendere il posto del Privy Council di Londra come corte d’appello di ultima istanza nella regione.L’inizio della operatività della Corte era prevista per il marzo 2005, ma problemi politici ne hanno reso difficile la costituzione. “E’ stato un parto non privo di complicazioni”, ha detto a questo proposito il giudice che presiede la Corte, Michael de la Bastide.
I leader dei paesi caraibici vedono il passaggio dal Privy Council alla Corte Caraibica come l’eliminazione dell’ultimo retaggio del colonialismo britannico.
“Oggi più che mai si tratta di una vera emancipazione - ha detto ai presenti il primo ministro di St. Lucia, Kenny Anthony. - Se un popolo non si ritiene in grado di amministrare giustizia da solo, che dignità possiede?”
La nuova Corte incontra però le critiche di altri esponenti politici caraibici, secondo i quali sarebbe vulnerabile alle pressioni politiche. Da parte loro, i militanti per i diritti umani sono preoccupati che con la nuova giurisdizione aumenteranno le esecuzioni, essendo i governi caraibici per lo più a favore della pena di morte.
Il Privy Council, che ha annullato condanne capitali in diversi paesi, lo scorso anno ha dichiarato incostituzionale - perché inumana e degradante - la pena di morte quale sanzione obbligatoria per omicidio in Giamaica.
Sono 12 gli stati caraibici, per lo più ex colonie britanniche, che si stanno attivando per aderire alla nuova Corte, sebbene alcuni di essi vi si rivolgeranno per casi limitati.
Solo la Guyana e Barbados hanno completato il passaggio alla giurisdizione della Corte Caraibica, riconoscendola come corte d’appello di ultima istanza.
Sull’adesione alla Corte, in Giamaica ed a Trinidad sono in corso battaglie politiche, mentre altri paesi incontrano difficoltà di natura amministrativa.