31 Gennaio 2006 :
le autorità saudite devono pubblicamente assumersi l’impegno di mettere fine all’esecuzione di minorenni, seguendo la raccomandazione espressa il 27 gennaio dal Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo, ha detto Human Rights Watch.Sono almeno 126 le persone detenute nel braccio della morte dell’Arabia Saudita per crimini commessi prima di aver compiuto 18 anni, ha riportato nel novembre 2005 il sito saudita alarabiya.net, citando fonti governative.
Human Rights Watch ha avuto notizia di persone condannate a morte per crimini commessi a 13 anni.
“Il governo saudita dovrebbe immediatamente commutare le condanne a morte emesse nei confronti di minori”, ha detto il direttore della Divisione Diritti dei Fanciulli di Human Rights Watch, Lois Whitman.
Il Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo svolge monitoraggio sull’applicazione della Convenzione sui Diritti del Fanciullo ed ha esaminato il 24-25 gennaio 2005 la situazione relativa all’Arabia Saudita.
Usando espressioni insolitamente forti, il Comitato ha criticato l’Arabia Saudita per le condanne a morte emesse nei confronti di minori, definendole “gravi violazioni dei diritti fondamentali” protetti dalla Convenzione.
Si è detto inoltre “seriamente preoccupato” per il potere discrezionale in base al quale i giudici riconoscono i minori come adulti, in casi capitali.
Concludendo, il Comitato ha chiesto all’Arabia Saudita di “sospendere nell’immediato l’esecuzione di persone condannate per crimini commessi prima di aver compiuto 18 anni e di convertire queste condanne a morte in pene conformi a quanto previsto dalla Convenzione, oltre che abolire, considerandola una questione della massima urgenza, la pena capitale nei confronti dei minorenni.
L’Arabia Saudita ha dichiarato nel suo Rapporto 2004 al Comitato che, in accordo con la Legge Islamica in vigore nel Paese, “non vengono mai emesse condanne a morte nei confronti di persone che non hanno raggiunto la maggiore età”, e che la legge saudita definisce come minorenne “ogni essere umano di età inferiore a 18 anni”.
Tuttavia, interrogata dal Comitato, la delegazione governativa saudita ha riconosciuto che un giudice può emettere condanne a morte qualora ritenga che l’imputato abbia raggiunto la maturità, senza considerare la reale età della persona al momento del crimine.
“Le autorità saudite non si dimostrano serie per quanto riguarda il rispetto degli impegni assunti aderendo ai trattati internazionali sui diritti umani”, ha detto la direttrice della Divisione Medio Oriente e Nord Africa di HRW. “Questo dimostra il grande divario tra gli impegni assunti dall’Arabia Saudita sui diritti umani e la sua pratica quotidiana”.