27 Aprile 2020 :
Re Salman dell'Arabia Saudita ha messo fine nel Paese alla pena di morte per crimini commessi da minorenni, ha dichiarato un alto funzionario saudita il 26 aprile 2020.
La decisione segue di poco un altro ordine che ha messo fine nel Regno alla pratica della fustigazione, sostituendola con pene detentive, multe o servizio in comunità.
Il figlio ed erede di Re Salman, il principe ereditario Mohammed bin Salman, è considerato come la forza che sta dietro all'allentamento delle restrizioni nel Paese e allo scostamento dall’interpretazione ultraconservatrice della legge islamica, nota come wahhabismo, che nel Regno ha ancora molti seguaci.
L'ultimo decreto di Re Salman potrebbe evitare la pena di morte per almeno sei uomini della comunità minoritaria sciita che avrebbero commesso crimini quando avevano meno di 18 anni, incluso Ali al-Nimr, che ha partecipato a proteste antigovernative. Queste proteste comportano nel Regno accuse legate al terrorismo per aver minato l’ordine e disobbedito al sovrano.
In un documento visto dalla Associated Press, il decreto reale ordina ai pubblici ministeri di riesaminare i casi ed eliminare la pena per coloro che hanno già passato in carcere 10 anni.
Tuttavia, il decreto stabilisce che i casi di minori legati al terrorismo saranno trattati in modo diverso. Non è chiaro se questi casi siano vincolati al limite di reclusione di 10 anni.
Il presidente della Commissione per i diritti umani del governo saudita, Awwad Alawwad, ha confermato quest’ultima decisione il 26 aprile, affermando che aiuta il Regno a stabilire "un codice penale più moderno e dimostra l'impegno del Regno a proseguire le riforme chiave".
Ha affermato che "arriveranno altre riforme" e che le due decisioni "riflettono il modo in cui l'Arabia Saudita sta avanzando nella realizzazione di riforme fondamentali sui diritti umani, nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia di COVID-19".
Il decreto espande un precedente ordine di Re Salman emesso alla fine del 2018, che stabiliva un periodo massimo di 10 anni di reclusione per i minorenni in alcuni casi, ad eccezione dei reati punibili con la morte. Ora il massimo di 10 anni si applica a tutti i crimini commessi da minori, con la possibile eccezione dei crimini legati al terrorismo.
"Questa misura, se vera, deve annullare le attuali condanne a morte di tutti i minori", ha dichiarato Ali al-Ahmed, attivista saudita di base a Washington.
La Corte Suprema dell'Arabia Saudita ha recentemente emesso una direttiva per porre fine alle fustigazioni come forma di punizione, secondo un altro documento visto dalla Associated Press.
Il documento della Corte Suprema affermava che la decisione era in linea con le riforme e gli sviluppi nel Regno nel campo dei diritti umani, come voluto da Re Salman con la supervisione del principe ereditario.
Mentre alcuni crimini, come l'omicidio, possono comportare punizioni prestabilite secondo l'interpretazione saudita della legge islamica o Sharia, molti altri reati sono considerati "tazir", il che significa che né il crimine né la punizione sono definiti nell'Islam.
Le punizioni discrezionali per crimini “tazir”, come le frustate, hanno portato a decisioni arbitrarie con esiti controversi. I paesi musulmani generalmente non praticano la fustigazione pubblica.
"Questo è un buon passo, ma stiamo ancora aspettando di vedere se le condanne alle frustate già pronunciate saranno annullate", ha detto al-Ahmed.