14 Marzo 2006 :
l'Algeria, dove nessuna sentenza capitale e' stata eseguita dal 1993, intende abolire la pena di morte. Lo ha detto alla radio algerina Farouk Ksentini, presidente della Commissione nazionale consultiva per la promozione e la protezione dei diritti umani, governativa, indicando che un progetto di legge in tal senso e' esaminato da alcuni mesi al Ministero della Giustizia.Il ritardo, ha aggiunto, e' dovuto alle resistenze di ''alcune parti''. L'abolizione della pena di morte, secondo Ksentini, ''si impone con urgenza ed e' un passo essenziale per la costituzione di uno Stato di diritto e la realizzazione del processo di riforma della giustizia''. La pena capitale e' ''totalmente assurda e non ha alcun aspetto dissuasivo sul fenomeno della criminalita, non ha mai ridotto i crimini''.
Ksentini spera che l'Algeria, che ha ratificato numerose convenzioni internazionali, sia il primo paese arabo ad abolire la pena di morte. Ha poi ricordato che dal 1993 nessuna condanna e' stata eseguita e che il presidente Abdelaziz Bouteflika ha graziato durante i suoi due mandati oltre 200 detenuti, smentendo inoltre che ''nelle prigioni algerine si pratichi la tortura''.
Nei giorni scorsi e' stato graziato e scarcerato Abdelhak Layada, uno dei piu' celebri condannati a morte dell'Algeria, tristemente famoso perche' tra i fondatori del Gia, il piu' radicale dei gruppi integralisti armati che negli anni '90 hanno insanguinato il paese con oltre 200mila morti.
E' uno degli oltre 2.600 terroristi che stanno ritrovando la liberta' grazie al decreto d'applicazione della Charta per la pace e la riconciliazione nazionale, contestata dalle associazioni indipendenti per la difesa dei diritti umani e delle famiglie delle vittime del terrorismo.
(Fonti: Ansa, 14/03/2006)