Lettera di adesione allo sciopero della fame e alla manifestazione del 25 maggio 1987 per la libertà e il diritto di emigrazione in Israele degli ebrei sovietici.
(di Maurice Bignami e Sergio D'Elia) Â
Roma, Rebibbia 21 maggio 1987
Testimoniamo la nostra solidarietà con Ida Nudel, Josif Begun, Grigory Lemberg, Alexei Magarik, Marat Osnis, Grigory e Natalia Rosenstein iniziando da ora uno sciopero della fame, affiancandoci così ai nostri compagni che hanno cominciato il digiuno prima di noi.
Testimoniamo la nostra solidarietà con i prigionieri di Sion privati della libertà di essere ciò che sono, di manifestare le proprie idee, di decidere della propria vita, attuando uno sciopero della parola, della comunicazione e dell'informazione.
Siamo fraternamente solidali perché viviamo circondati da un muro e sappiamo quello che si prova, perché abbandonando l'intolleranza e scegliendo la democrazia siamo diventati infinitamente più ricchi di libertà .
Liberi di cambiare e di lottare, liberi di vivere, abbiamo acquisito una ricchezza cha va condivisa. Una ricchezza che non si possa condividere è un bene privo di valore.
Allora, è giusto, doveroso e necessario anche per noi muoversi per chi non può.
Insieme, mettendo in gioco i nostri diritti, proviamo a manifestare le qualità della democrazia in Occidente, poniamo il problema della libertà in Unione sovietica... o quantomeno della libertà degli ebrei russi di partire subito per Gerusalemme.
Aderiamo alla manifestazione del 25 maggio 1987 davanti all'ambasciata sovietica di Roma per la libertà e il diritto di emigrazione in Israele degli ebrei sovietici.
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