MYANMAR: LA GIUNTA MILITARE GRAZIA PIÙ DI 23.000 PRIGIONIERI

Il capo della giunta militare Min Aung Hlaing

15 Febbraio 2021 :

Il nuovo Consiglio di Amministrazione Statale a guida militare del Myanmar il 12 febbraio 2021 ha annunciato di aver concesso la grazia a oltre 23.000 prigionieri, sia locali che stranieri, mentre le proteste nel Paese contro il colpo di stato proseguono per il settimo giorno consecutivo.
Il presidente del Consiglio, comandante in capo dei Servizi di Difesa, generale Min Aung Hlaing, ha concesso la grazia ai detenuti - 23.314 locali, 55 stranieri - che hanno ricevuto condanne per qualsiasi reato prima del 31 gennaio 2021, ha riferito la Xinhua.
La decisione è arrivata in occasione della 74a Giornata dell'Unione, che ricorda la storica Conferenza di Panglong tenutasi nello stato di Shan, durante la quale, il 12 febbraio 1947, fu firmato l'accordo di Panglong. Il Myanmar riacquistò l'indipendenza il 4 gennaio 1948.
Il decreto ha ridotto le condanne a morte all'ergastolo senza possibilità di rilascio, l'ergastolo senza possibilità di rilascio a 40 anni, con l’esclusione di coloro che hanno ricevuto la commutazione della pena di morte in ergastolo con precedenti provvedimenti di amnistia.
La pena per i prigionieri che sono stati condannati all'ergastolo con precedenti provvedimenti di amnistia sarà ridotta a 50 anni, la condanna a oltre 40 anni di reclusione sarà ridotta a 40 anni mentre la condanna a 40 anni o meno sarà ridotta di un quarto, ha detto il Consiglio.
La decisione – hanno aggiunto i militari - mira a trasformare i prigionieri in cittadini rispettabili, a compiacere l’opinione pubblica e a creare basi umanitarie e compassionevoli mentre si stabilisce un nuovo stato democratico con pace, sviluppo e disciplina.
Il generale Min Aung Hlaing ha detto che la concessione della grazia fa parte di uno sforzo per costruire un "Paese democratico con disciplina".
I rilasci di massa di prigionieri sono comuni durante le festività nazionali in Myanmar, ha ricordato la CNN.
Questo è tuttavia il primo provvedimento del genere adottato dall’attuale governo dei militari sotto Min Aung Hlaing, che ha preso il potere con un colpo di stato il 1° febbraio, estromettendo l'ex leader de facto Aung San Suu Kyi.
I militari hanno arrestato Suu Kyi, l'ex presidente U Win Myint e altri importanti membri della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD).
Oltre al colpo di stato, successivo ai risultati controversi delle elezioni parlamentari dell'8 novembre 2020, i militari hanno anche dichiarato lo stato di emergenza per un anno e hanno attribuito il potere al Comandante in capo.
Nonostante il divieto di raduni in Myanmar, il 12 febbraio sono proseguite le proteste contro il colpo di stato nelle principali città, tra cui Nay Pyi Taw, Mandalay e Yangon.

 

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